Oltre agli stabilimenti che fanno capo a Casti Group, in via Sanvito Silvestro e in via Sleme (ex caserma della Guardia di Finanza), e oltre alle lastre presenti all’interno dell’ex Macello Civico di proprietà del Comune, in città l’amianto è ben lontano dall’essere smaltito.
Sono comunque passati ventidue anni da quando l’amianto è stato bandito in Italia, ma l’emergenza dovuta all’uso di questo materiale nocivo per la nostra salute non è finita. Anzi, secondo gli esperti, il peggio deve arrivare.
E Varese ha tonnellate di eternit che, per legge, entro il 2015 andranno smaltite. Va fatta una precisazione, non tutto l’amianto è dannoso per la salute pubblica: lo è quando può disperdere le sue fibre nell’ambiente circostante a causa del deterioramento.
Le Guardie ecologiche volontarie dal 2009 stanno svolgendo un censimento in merito agli edifici, pubblici e privati, che ancora presentano coperture in amianto anche per accertarne lo stato. Uno studio analogo è stato terminato anche da Regione Lombardia nel 2010 attraverso rilevazione aerofotogrammetriche, ma i dati non sono ancora stati resi noti.
Le volumetrie di eternit censite sino ad ora a Varese (il censimento non è stato ancora ultimato), fanno paura. Parliamo di circa 47.332 metri quadri,
per un totale di 634 tonnellate circa di materiale. Le Gev, normalmente si muovono su segnalazioni volontarie e obbligatorie per legge da parte di privati ed enti pubblici. Molti cittadini non sanno, però, di avere coperture in amianto all’interno delle proprie proprietà.
Dal 2009 a oggi, qualcuno ha provveduto allo smaltimento dell’eternit, ma secondo una stima approssimativa fatta dalle Gev, si tratta di circa il 20% dell’amianto censito. Le zone dove risulta una più alta presenza di eternit sono la Rasa, Masnago, San Fermo, Bizzozero, Capolago, Giubiano, Valle Olona e via Rovereto dove esiste un condominio con rivestimento in amianto in cattivo stato.
«Se il rivestimento in amianto è messo male per il 10% della superficie totale – spiegano le Gev – i proprietari devono smaltirlo immediatamente, se non lo fanno, arriva un controllo dell’Asl e poi l’ingiunzione di pagamento e di smaltimento».
Per tutti gli altri rivestimenti, quelli cioè ancora in un buon stato di salute, la bonifica è obbligatoria entro la fine del 2015. Ma la legge presenta un “cavillo”, tra Europa e Italia non esiste ancora un fronte comune che stabilisce quali sanzioni dovrà pagare chi non ottempera all’obbligo.