La 77ª edizione degli Emmy ha riservato più di una sorpresa. La stagione di debutto di ‘The Pitt’, serie ambientata in un iperrealistico pronto soccorso di Pittsburgh, ha conquistato il premio più ambito per i drammi, superando il favorito ‘Severance’, che partiva con 24 candidature.
Tra le commedie, il successo è andato a ‘The Studio’ di Apple TV, una satira brillante su Hollywood che ha ottenuto quattro statuette, tra cui miglior serie comica, con Seth Rogen premiato come protagonista, sceneggiatore e regista. La britannica ‘Adolescence’ ha invece fatto incetta di premi nelle categorie limitate, conquistando sei statuette, tra cui miglior miniserie.
Giovani talenti e grandi ritorni
Il 15enne Owen Cooper, interprete di Jamie Miller, ha stabilito un record come attore maschile più giovane a vincere un Emmy. Tra i premiati di ‘The Pitt’, oltre a Cooper, figurano Stephen Graham, Erin Doherty, e Noah Wyle, premiato miglior attore protagonista. Wyle, celebre per il ruolo del dottor Carter in ‘ER’, ha dedicato il riconoscimento al personale ospedaliero in servizio quella notte.
Katherine LaNasa ha ricevuto il premio come miglior attrice non protagonista per il ruolo della caposala della serie. Nonostante le numerose candidature, ‘The White Lotus’ è rimasta a bocca asciutta.
Commedie e serie limitate
‘The Studio’ ha battuto tutti con 23 nomination, mentre ‘Hacks’ ha confermato il talento di Jean Smart come attrice protagonista e premiato Hannah Einbinder come attrice non protagonista. Tra gli attori secondari, il premio è andato a Jeff Hiller per ‘Somebody Somewhere’. Nelle miniserie, solo Cristin Milioti è riuscita a interrompere il dominio di ‘Adolescence’, vincendo per il ruolo in ‘The Penguin’.
Una cerimonia sobria sull’attualità
I produttori avevano promesso un’edizione senza riferimenti politici, ma alcuni momenti hanno richiamato temi di attualità: Javier Bardem ha indossato una kefiah palestinese, mentre Hannah Einbinder ha espresso solidarietà con la Palestina, così come Megan Stalter sul tappeto rosso. Nessun riferimento diretto a Donald Trump, ma la standing ovation per Stephen Colbert ha suggellato il sostegno di Hollywood al conduttore.