VARESE «Anche oggi è andata». Gli impiegati varesini di Equitalia, alle 13 chiudono la porta e tirano un sospiro di sollievo. L’orario di sportello è finito, basta cittadini arrabbiati o semplicemente in lacrime. Basta con l’ansia. Perché la tensione, nonostante tutto, si respira anche a Varese. E i fatti di Napoli di venerdì pomeriggio stanno a dimostrare che la loro agenzia è nell’occhio del ciclone.Lo dicono “a taccuino chiuso” e dopo la promessa di non divulgare le loro generalità, ma chi lavora ad Equitalia comincia davvero a temere per se stesso. La gente, dicono, è sempre più arrabbiata.Arriva agli sportelli di piazza Repubblica piena di astio e, dicono gli impiegati quasi sottovoce, la paura del gesto folle c’è. «Ma noi siamo lavoratori come tutti gli altri, come loro – dicono – che colpa ne abbiamo?».La fila dentro gli uffici di Equitalia è lunga, ogni mattina. C’è chi arriva per chiedere informazioni, ma la maggior parte degli utenti chiede di rateizzare: perché la mobilità o la cassa integrazione hanno ridotto gli stipendi ai dipendenti, e la crisi ha ridotto le entrate degli autonomi e degli imprenditori, che però devono comunque trovare il modo di pagare le tasse, perché lo Stato non aspetta. Come Mario Papa, venerdì mattina in piazza Repubblica per chiedere di rateizzare 70 mila euro: «Devo farlo per forza, mi hanno già preannunciato che è in arrivo un’altra cartella altrettanto pesante. E la mia scelta è una questione di coscienza –
racconta – O rateizzo, o non riuscirei a pagare gli stipendi a tutti i miei cinque dipendenti». Piuttosto che licenziarne uno, Papa chiede ad Equitalia la possibilità di pagare poco alla volta.Una possibilità, quella di rateizzare il pagamento delle cartelle esattoriali, data anche con la semplice motivazione di difficoltà economiche del contribuente. Se la cartella supera i ventimila euro, scattano i controlli, per verificare l’effettiva impossibilità a saldare subito il debito. Ma nella maggior parte dei casi le richieste vengono accolte, ed è possibile anche rivedere il numero delle rate senza sanzioni: tutto merito del “Salva Italia”.L’imprenditore varesino non è certo solo: in Lombardia i debiti con Equitalia pagati a rate arrivano a tre miliardi e mezzo di euro, per un totale di duecentomila rate.Cifre, come è evidente parlando con le persone in coda a Varese, destinate a salire. Quasi tutti i varesini che passano dagli uffici di piazza Repubblica, infatti, arrivano chiedendo di rateizzare.Tranne Maria Dall’Ora, pensionata agguerritissima: «La lettera con la cartella esattoriale mi è arrivata senza timbri, senza bolli. Voglio contestarla, non voglio pagare: loro ci chiedono di essere precisi, di conservare le carte per anni e di non scordare nemmeno un bollo? Bene, che lo facciano anche loro».Maria è determinata ad avere giustizia in modo legale, ma quello che fa paura ad Equitalia è la rabbia diffusa che cova sotto la cenere. E che sempre più spesso sta trovando nella loro agenzia, dicono, una sorta di capro espiatorio.
s.bartolini
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