«Era già grande da bambino De Nicolao ha la faccia giusta»

VARESE In tempi non sospetti, con l’annuncio dell’arrivo di De Nicolao fresco di qualche giorno, una frase buttata lì: <Ragazzi, occhio: perché Varese ha portato a casa un mezzo fenomeno>.

Parole pesanti, venute fuori dalla bocca di Pino Pinelli: personaggio mitico della pallacanestro nostrana, responsabile del settore minibasket di Robur e Campus, uno che ne capisce. E che conosce l’eroe biancorosso del momento da quando era un bambino alto così: <Incontrato due volte da avversario al torneo di Fossombrone, lui giocava a Vigodardere che è la società del padre: e ogni volta ci ha fatto un mazzo grande come una casa>.

Prima avversario, poi amico: <Con la mia squadra ho partecipato al Memorial Mazzetto, e sono stato ospite a casa De Nicolao: siamo diventati subito grandi amici, perché la sua è una famiglia speciale, di quelle che ce ne sono poche. Una famiglia modesta, ma non dal punto di vista economico:

gente con i piedi piantati per terra, attentissima all’educazione dei figli. Un esempio: in casa De Nicolao non c’è una lampadina che funzioni con la corrente, tutto è collegato a un impianto fotovoltaico. E tuttii membri della famiglia, Andrea compreso, hanno una macchina a metano perché consuma meno>.

Pino parla del play biancorosso come di un figlio: <L’ho visto crescere: lui è entrato nel giro giusto grazie a Vitucci, che a Treviso lo faceva giocare in prima squadra anche se era un ragazzino. Poi Frank è stato fatto fuori e al suo posto è arrivato Repesa, e Andrea non ha più visto il campo: però passava i pomeriggi ad allenarsi o a fare pesi in palestra. E’ sempre stato un grande lavoratore>.

In campo lo hanno visto tutti, e tutti si chiedono quale sia il segreto di questo ragazzino: <Entra con la faccia e il piglio di chi pensa di essere il più bravo del mondo: da un lato è una cosa che magari lo rende antipatico, ma dall’altro è la sua forza. Se non fosse così, uno con il suo fisico non potrebbe stare dove sta: bravo lui, e bravo Vitucci che ha il coraggio di mettere in campo lui e Polonara>.

Ma com’è che De Nicolao è arrivato a Varese? <Ce l’ha raccomandato Vitucci – racconta il Direttore Sportivo biancorosso Simone Giofrè – che ci ha parlato benissimo di lui. Cercavamo un play italiano che partisse dalla panchina, lui era il primo nome sulla lista: la trattativa è stata relativamente breve, e ci siamo trovati subito>. Perché lui e non un altro: <Volevamo giocatori con quelle facce lì: i De Nicolao, i Polonara. Perché volevamo una squadra il cui filo conduttore fosse l’energia. Lui, come Achille, è stato convinto dal progetto della società che ha deciso di investire su di loro con un contratto triennale. Un progetto interessante in ottica personale, ma anche in ottica azzurra: perché tutti e due entreranno stabilmente nel giro della nazionale>.
 
Francesco Caielli

a.confalonieri

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