«Era impossibile non volerti bene»

Sulla pagina facebook di Alessandro un mare di affetto da amici e “rivali”

«Dicono che “quando muori tutti ti amano”, ma tu non avevi bisogno di questo perché tutti ti amavano già. Non avevi nemici e non potevi averne col tuo carattere mite e dolce, gentile con tutti e affettuoso con chi se lo merita». Criticare i social e chi li sua a sproposito, confondendo il virtuale con il reale, a volte sembra sacrosanto: mostrare se stessi non significa vivere, e sono poche le pagine capaci di rivelare davvero qualcosa di autentico riguardo al nome che le intesta. Se sulla stringa di Facebook digiti il nome “Alessandro Giani”, invece, da qualche giorno la ricerca ti restituisce pezzi della sua anima. Nessun dibattito sull’autenticità: lì Alessandro rivive nelle parole dei suoi amici, di chi lo ha conosciuto davvero, di chi ne rivela lati che solo l’amicizia più pura a è capace di certificare. Il privato diventa pubblico, ma non risuona morboso. La fragranza rimane dolce, a tratti commovente: «Credimi quando dico che non ti dimenticherò mai – scrive Sonia – Quando mi hai detto “un po’ ti sento Mia”, quando ti ho invitato a pattinare perché volevo tenerti per mano o quando mi hai promesso che avremmo visto “Il lato positivo” insieme, anche se non hai potuto mantenere la promessa. Anche io ti avevo fatto una promessa e non l’ho mantenuta: tre anni fa ti ho promesso che non mi sarei mai arrabbiata con te, ma ora lo sono. Sono arrabbiata perché mi hai abbandonata, perché ci hai abbandonati tutti e vorrei sgridarti per la cavolata che hai fatto, come tu facevi sempre con me, ma

non potrò farlo. Sono arrabbiata perché non farai la maturità, non andrai all’università, non avrai una moglie, non avrai figli, non potremo incontrarci da vecchi per ricordare i bei tempi».Alessandro amava il ciclismo, passione condivisa con tanti coetanei: «Ci siamo conosciuti attraverso le corse, sia da rivali che da compagni di squadra – scrive Mirco – Il termine rivale forse non è appropriato, dato che ci siamo sempre rispettati e fuori dalle corse eravamo amici. Ti ho visto crescere, sei sempre stato un ragazzo pieno di gioia e allegria: me l’hai saputa trasmettere in ogni attimo passato assieme. Non so se ho la forza di credere che tutto questo sia vero… Non te lo meritavi, riposa in pace Ale, ti voglio bene». Anche Omar lo saluta nel segno delle due ruote: «Corri in bici più forte che puoi». E pure Luca: «Ora, insegna agli angeli ad andare in bici come solo tu sapevi fare!»«Sei stato fondamentale per me in questi ultimi anni – annota invece l’amico Mattia – Mi hai aiutato a superare un periodo della mia vita veramente orribile e non credo di averti mai ringraziato abbastanza. Sono stato via un anno, lontano da tutto e da tutti, ma tu non mi hai fatto sentire mai solo e ogni volta che ricevevo un tuo messaggio mi si riempiva il cuore. Abbiamo parlato più volte di cosa avesse in serbo per noi il futuro…Io ero molto incerto, tu invece, Ale, non avevi dubbi: volevi diventare osteopata… Mi mancherà venire a casa tua a farti ripetizioni d’inglese… Mi mancherai. Ti voglio bene».