Esce dopo 24 anni d’attesa “Fuse” il nuovo del duo britannico Everything But The Girl, ed è già prepotentemente oggi

Il duo britannico torna a pubblicare un nuovo album dopo 24 anni di attesa da parte dei fan. Un mix composito di trip hop, lounge and elettro-pop per un sound contemporaneo, a tratti cupo, in fondo "impalpabile" (nell'immagine il duo britannico in una immagine dal web)

Per i nostalgici del sound trip hop di Missing, hit mondiale che data già al 1994, ovverosia ben 29 anni orsono, “Fuse” è forse un album sorprendente, a tratti incomprensibile. Persino deludente. Ne sarà valsa l’attesa, ci eravamo chiesti? Il duo musicale, e nella vita, composto da Tracey Thorn, la voce, e dal producer/arrangiatore Ben Watte aveva creato non poche aspettative nei fan di tutto il

mondo, non foss’altro perché la pausa se l’erano presa lunghetta i due. E nelle settimane scorse l’attesa era stata interrotta dal primo singolo Nothing Left To Loose, che già aveva sorpreso tutti, proprio per il sound totalmente difforme dai territori noti del duo britannico, e però ultra-contemporaneo e davvero innovativo, e per la più morbida Run a Red Light, entrambi corredati da videoclip danzerecci annessi.

Dunque chi sono oggi gli EBTG, a parte due musicisti avanti con gli anni (entrambi hanno 61anni, ndr) – ma poi davvero si può affermare questo con reale convinzione, ci chiediamo…- ma che hanno deciso di riprendere in mano la loro passione e condividerla con il mondo di fuori? Solo in poche track-list, invero, come Caution to the wind emergono con forza certe sonorità pionieristiche dei club lounge più esclusivi del pianeta. E invece la vera essenza di Fuse, fresco di uscita (ieri, venerdì 21 aprile, in tutti i formati e ovunque nel mondo) è la sua impalpabilità…il suo essere tutto e niente, in un potpourri di sonorità che spaziano dal trip pop maturo, all’elettro-pop, a una musica dark-jungle, ma con punte di soavità e impalpabilità, come in alcune ballad dove la voce di Tracey sembra a distanza di qualche lustro ancora più profonda e baritonale quasi, scherzando oggi anche con qualche autotune di troppo come nella minimalista e cupa When you mess up, che si fa invece essenziale, piano e voce, in Interior Space o nella pur sempre leggiadra ma più ritmata Karaoke.

Time And Time Again è forse la track più in linea con lo stile targato EBTG ma al contempo è anche la canzone più innovativa, per via di una base vincente e un refrain davvero a loop, che aumenta quasi di crescendo nella traccia successiva No One Knows We’re Dancing nella quale i riferimenti all’Italia non si fanno mancare con la “Fiat Cinquecento”, che pronunciata con l’accento

100% britannico della Thorn ha quel non so che di esotico. In Lost anche echi boreali alla Björk maniera fanno capolino, e la voce di Tracey Thorn è sempre più flebile e sporadica, ma quando ritorna fa sentire il suo peso…come una voce da dentro” per chi si è smarrito per strada. Con Forever gli EBTG ci riportano alla dance, ed è subito operazione nostalgia.

Ma, si sa, il sound anni Novanta è stato un mondo e un modo del tutto caratteristico, ma certo è che il suo upgrade, con tutti i giri di storia e storie che ha visto e sentito, forse, ci piace persino di più! Benvenuti nell’era contemporanea, ecco a voi Fuse degli Everything But The Girl.

G.M.A.