Il cosiddetto Tavolo provinciale per la sicurezza ha respinto la proposta dei consiglieri comunali che chiedevano la presenza dell’esercito a Varese. La situazione dell’ordine pubblico è stata definita sotto controllo, e comunque non tale da richiedere interventi d’emergenza. La città è dunque invitata a tranquillizzarsi, ma chissà se riuscirà a farlo. Il problema della sicurezza, specialmente in alcune zone come quella delle stazioni e di piazza Repubblica, rimane. E non è solo un problema di percezione: è un problema reale. Chiunque passi di lì, e non solo nelle ore serali, può darne conferma.
Ester Crugnola
La richiesta dell’esercito era e resta un’esagerazione. Pur con i problemi di sicurezza che ha, Varese non è Scampia. Giusto preoccuparsi e chiedere maggior tutela, sbagliato invocare il presidio militare della città. Dunque sono auspicabili controlli più frequenti, condanne realmente esecutive nel caso di reati, e soprattutto uno stile di amministrazione pubblica che disincentivi dall’infrangere le regole. Ciò che significa ordine, pulizia, decoro, nessuna tolleranza: dalle più piccole infrazioni alle più grandi. E poi assetti urbani che non favoriscano le deviazioni micro (ma anche macro, talvolta) criminali cui assistiamo. Esemplare il caso di piazza Repubblica: costruita male, abbandonata a se stessa per anni, ora riconosciuta come luogo di pericolo e oggetto di prossimi lavori per migliorarne la vivibilità. Un riflesso municipale elefantiaco e, purtroppo per le nostre tasche, assai costoso: saranno infatti i varesini a pagare il conto dell’inefficienza di chi ha attrezzato architettonicamente un luogo e, dopo un’eternità, s’accorge che doveva provvedervi in un altro.
Max Lodi