Eurolega di basket e A di calcio? Cimberio e il Varese in Consorzio

VARESE Sogno di una notte di fine autunno. Sarà il freddo che comincia ad arrivare, sarà il Confa che rompe perché non si accontenta della solita roba per il giornale e vuole un’idea. Sarà questo o sarà quello, alla fine di idea me ne ronza in testa una davvero bestiale: un grande Consorzio che guidi lo sport varesino verso l’Europa nel basket e verso la serie A nel calcio.

So che ormai non corro più rischi perché i manicomi li hanno chiusi da tempo e quindi mi lascio andare come un sognatore qualsiasi pensando a Varese nell’Olimpo dello sport nazionale e non solo. D’altra parte non è che ci siano tante altre realtà che esprimano società sportive di alto livello: se lasciamo perdere Milano, che non fa testo, e che, comunque, al di là del calcio, fatica a far emergere qualsiasi altro sport, basket compreso, in Lombardia non è che ci sia molto di meglio. Bergamo ha l’Atalanta e, come altra squadra di vertice, la Foppa di volley femminile, che ha rivisto al ribasso i suoi obiettivi ma che ha una grande tradizione anche europea; Brescia nel calcio è messa come noi ma nel basket non ha la stessa tradizione; Como, nostro futuro capoluogo, è ormai in caduta libera nel mondo della pedata e nella pallacanestro deve andare in provincia, a Cantù, e se cominciamo ad allargarci Varese può giocare un asso, la Yamamay.

Fuori regione, escludendo le grandi città, non vedo potenzialità superiori a quelle di Varese. E allora lo splendido esempio del Consorzio Varese nel cuore, additato nel mondo del basket come modello per dare continuità a gloriose società altrimenti soffocate dalla crisi, non può diventare un modello per tutto lo sport varesino? Magari prendendo qualche idea anche dallo sport spagnolo e abbozzando un azionariato popolare che radichi ancora di più le società sportive nella città.

Potrebbe costituirsi un nucleo così solido da attirare veramente l’attenzione delle istituzioni e, magari, di qualche banca, di fondazioni o di chissà cos’altro ancora. E sarebbe una base per fare di Varese un centro di attrazione per lo sport di alto livello, adeguando naturalmente gli impianti esistenti e sfruttandoli con una gestione complessiva capace di utilizzarli al meglio per camp, stage di allenamento o come sede di grandi avventimenti sportivi.
Certo, Varese non è Barcellona e neanche Madrid. Ma l’entusiasmo è lo stesso e la voglia di vivere della città uguale. Potrebbe essere anche un segnale per risalire nella classifica sulla qualità della vita delle province, anche se poi non si sa se la provincia esisterà ancora. Un progetto che potrebbe dare rilievo al marchio Varese e mettere insieme tutte le risorse che la Città Giardino è in grado di esprimere. Sì lo so calcio e basket non sono due mondi che si usmano, ma insomma, andiamo verso un mondo globalizzato e continuiamo a parlare di fare rete, di fronte a certe rivalità vere o presunte si potrebbe soprassedere.
Vabbè, più che un sogno ad occhi aperti sembra la visione di un impasticcato. Però se il piano andasse in porto sarebbe una goduria pazzesca.

Paolo Rossetti

a.confalonieri

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