VARESE Un pianeta intero sta per arrivare in città, popolato da dodici alieni fluttuanti, snodati, coloratissimi: sono gli extraterrestri di Meraviglia, il nuovo spettacolo di Sonics, in scena al teatro Apollonio di piazza Repubblica sabato 13 aprile.«Meraviglia è il nome dello spettacolo, non un aggettivo ad esso riferito – spiega Alessandro Pietrolini tra i fondatori di Sonics – L’abbiamo chiamato così perché lo scopo è stupire lo spettatore e generare così meraviglia». E non c’è dubbio che sarà così.I Sonics infatti sono maestri dello stupore. La compagnia è nata dodici anni fa a Torino, da un gruppo di acrobati e ginnasti e da allora di strada ne ha percorsa davvero tanto. Il punto di svolta arriva cinque anni dopo quando ai Sonics è affidata la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali di Torino 2006. Per la prima volta il gruppo trasforma le sue esibizioni in uno spettacolo vero e proprio che non è musica, non è recitazione e non è neppure danza, ma qualcosa d’altro, di nuovo. «Uno spettacolo fusion se vogliamo definirlo così – azzarda Pietrolini – non c’è una drammaturgia testuale ma visuale, fatta di musiche colori e corpi che si muovono nello spazio disegnando figure, spazi, mondi paralleli». É questa drammaturgia che distingue drasticamente gli spettacoli di Sonics da un’esibizione circense, in cui gli acrobati cercano il gesto estremo per strappare l’applauso. Qui invece ogni gesto, ogni acrobazia è legata all’altra in un fluire continuo che racconta di una realtà surreale, fiabesca, magica.
A darle forma, i corpi forti snodati ed elegantissimi di una dozzina di atleti che arrivano dalla ginnastica artistica o ritmica, o da scuole di circo e palestre che sempre più spesso insegnano discipline aeree. Ragazzi di età compresa tra i 20 e i 40 anni, allenati sin da bambini ad un’arte che è innanzitutto fatica, forza e armonia. Meraviglia è uno spettacolo costruito attorno ad un sottile filo rosso capace di legare acrobatica aerea e oggetti scenici che si intrecciano sfruttando tutte le altezze tra il palco e le luci, potenti e coloratissime. Elemento principe di questa unione è la grande sfera di quattro metri di diametro che rotola in scena sin da subito. É un pianeta extraterrestre i cui abitanti si muovono al suo interno, plasmando lo spazio aereo in maniera fantasiosa, colorata e interagendo con altri oggetti scenici introdotti in un susseguirsi di colpi di scena. Dai tessuti ai cerchi, passando per strutture complesse originali sospese per aria e in cui gli atleti si muovono fluttuanti, al limite del contorsionismo, come se la forza di gravità non esistesse. «Lo spettacolo ha grosso appeal per un pubblico particolarmente variegato – assicura Pietrolini – i bambini si trovano immersi in un mondo colorato, fiabesco in linea con le loro fantasie, mentre gli adulti, che con il tempo vedono questi colori sbiadirsi fino alla grigia contrapposizione tra bianco e nero, riscoprono quella gioia spensierata che solo lo stupore, la meraviglia, sono in grado di regalare».
s.bartolini
© riproduzione riservata