Miglior marcatore di squadra, trova il canestro quando tutti gli altri non lo vedono nemmeno con il binocolo. 20 punti, 6/10 da tre, ha coraggio e soluzioni anche se si propone poco in attacco al ferro. In difesa va registrato, perché viene spesso saltato. Per fortuna che ora c’è, anche se in questo nulla generale è davvero difficile tirare fuori qualcosa di buono.
Se si guardassero solo le cifre, la sua prestazione sarebbe anche importante. 16 punti e 12 rimbalzi, mica noccioline. Però il suo impatto non è granché positivo, anche perché viene cambiato all’inizio quando sembra carburare bene. Sbaglia tante cose semplici, appoggi sotto canestro che uno come lui non può mancare. E in difesa – pur senza doversela vedere contro il dirimpettaio designato, l’assente Jefferson – non copre adeguatamente l’area e non aiuta sui post basso dei piccoli.
Si sapeva che avrebbe fatto fatica contro Craft e Forray, ma soffre davvero tanto l’aggressività dei due mastini di Trento. Poi bene, 10 punti ed 11 assist non si buttano via, ma le cinque palle perse (su 23 totali di squadra) pesano parecchio. Un passo indietro, lungo e ben disteso, dopo le ultime uscite.
Non è la sua partita, sbaglia tanto ma sta vivendo un periodo di normale involuzione e certamente il rendimento della squadra non aiuta a nascondere quelle pause che ad un ragazzo di 22 anni si possono e si devono per forza concedere. A volte esagera quando si butta nel traffico, perché non sempre trova lo spazio vitale per far viaggiare tutta la sua energia.
Alcuni errori da segnare in rosso, davvero gravi, come una rimessa regalata a Forray nel momento in cui Trento allunga o i soliti blocchi irregolari. Quattro palle perse in sedici minuti di impiego, numeri di una serata storta.
Dimenticato in panchina, gioca sette minuti a partire dalla fine del terzo quarto senza la possibilità di lasciare il segno sulla partita.
I primi quattro punti della gara, una tripla sbagliata, una sfondamento subito da Craft. Poi il buio: la sua partita è tutta qui. Non è questo il Kangur che conosciamo e che speriamo di rivedere, prima o poi. Il suo contributo deve salire, nonostante la sua stagione si stia stabilizzando su questi standard bassi: più indizi, ormai, fanno una prova.
Due come i falli antisportivi (con conseguente espulsione) che prende praticamente in un minuto, segnale imbarazzante ed inequivocabile di un giocatore che non c’è con la testa e nemmeno con le mani, perché fino ai due falli incriminati sbaglia praticamente tutto. In attacco e in difesa (dove subisce buona parte dei 34 punti che segna Lighty): così è solo deleterio. E non da poco.