VARESE Superabili, seconda puntata: la casa dello sport e dei disabili, lo spazio in cui parlarne, il posto per discuterne a modo nostro. Storie e persone, atleti e vittorie.
Questa volta vogliamo raccontare la storia di Fabrizio Sottile: ragazzo e nuotatore a cui la vita ha voltato la faccia nel giro di qualche mese. Sedici anni, bel ragazzo, fisico perfetto torniato e forgiato da ore di allenamenti in piscina: perché Fabrizio, nato e cresciuto a Samarate, è un giovane talento tesserato per il Busto Nuoto. Poi succede che di colpo, sotto i piedi, si apre un burrone. Marzo 2010: gli occhi che perdono qualche colpo, la vista che cala, la preoccupazione che diventa paura e la paura che diventa disperazione. Perché la vista di Fabrizio peggiora giorno dopo giorno, fino ad andarsene del tutto: malattia degenerativa quasi impronunciabile, uno schiaffo che stenderebbe un toro.
Fabrizio Sottile ha uno sguardo magnetico, di quelli che parlano e mandano via di testa le ragazze. Fabrizio Sottile si è trovato a ridisegnare il mondo, ricordandone i colori e le forme. Fabrizio Sottile ha continuato a nuotare: nell’acqua dove i suoni sono diversi, e la mente riesce a sognare anche ad occhi chiusi. Un talento del nuoto, oggi un talento paralimpico: i primi raduni con la nazionale, la chiamata per le Paralimpiadi di Londra dove Fabrizio si butta in vasca, brucia il record nazionale, ma non riesce a portare a casa nessuna medaglia. Noi diciamo chissenefrega perché preferiamo lasciare ai normali la corsa sfrenata verso la vittoria. Lui invece si è incazzato perché il suo cuore guerriero è sempre stato abituato a scappare dalle sconfitte. Tornato da Londra ha messo nel mirino le Paralimpiadi di Rio: il 2016 non è poi così lontano, e il ragazzo di Samarate promette bene.
Talmente bene che le Fiamme Gialle lo hanno voluto nella loro squadra (primo nuotatore paralimpico ad entrare nel corpo dei finanzieri), e lo hanno messo sotto. Quindici allenamenti a settimana, piscina-palestra-piscina-palestra, la vita dell’atleta. Perché raccontiamo la sua storia? Per quel sorriso che vedete in foto, per quello sguardo: no, non fa impazzire solo le ragazze. Fa impazzire tutti quelli che fanno il tifo per la vita. Auguriamo a Fabrizio di tornare da Rio con un mazzo di medaglie d’oro, ma per noi cambierebbe poco.
Ci basterà sapere che Fabrizio avrà continuato a ridisegnare il mondo a modo suo: pieno di una luce bellissima.
Francesco Caielli
a.confalonieri
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