«Facciamo ballare il Franco Ossola»

Calcio - Enzo Rosa ci racconta quello che bolle in pentola: dal torneo estivo allo stadio, per arrivare a Neto

Enzo Rosa a tutto campo. Il fondatore del Varese sta preparando, con la società, un’estate da cardiopalma per tutti i tifosi biancorossi.

Si tratta di un torneo importante: il primo della provincia e probabilmente il primo della regione. A partire dallo sponsor: Carlsberg.

Certo: il torneo si chiamerà, infatti Torneo Città di Varese. E fa parte di molte altre iniziative volte a far vivere alla gente il Franco Ossola anche d’estate. Non ci sarà solo calcio, ma anche feste e musica. Lo stadio sarà aperto tutte le sere… insomma, vorremmo che diventasse quello che San Siro è per Milano: non solo il luogo di partite di Milan e Inter.

Il Franco Ossola è un pezzo di storia della città: partiamo da questo concetto. È vero, andrebbe ristrutturato perché ha la sua età, ma prima di riqualificarlo fisicamente è – secondo me – fondamentale farlo vivere, farlo tornare al “centro della città”: non ci piace l’idea di vedere il nostro stadio “abbandonato” d’estate. Ovviamente è una struttura grossa, e come ogni struttura di questo tipo ha dei costi alti: con queste iniziative puntiamo ad abbassarli e soprattutto puntiamo a rendere il Franco Ossola un’opportunità, piuttosto che una spesa.

Sì. Abbiamo, in questi giorni, iniziato a predisporre sotto la curva nord, all’interno dello stadio, uno spazio food coperto: dove ristorarsi durante gli eventi o le partite del torneo. Dall’altra parte del campo, invece, sotto la curva sud verrà predisposto un palco con l’impianto acustico: casse, microfoni, eccetera.

Faremo ballare il Franco Ossola. Quello stadio è la casa del Varese: e la porta della nostra casa è aperta a tutti.

I numeri, devo essere sincero, non li conosco: se non sbaglio siamo attorno alla trentina di squadre iscritte, e potremmo arrivare a quaranta per il fischio d’inizio.

Non fatemi parlare… (ride, ndr.) Posso dirvi chi non ci sarà: i giocatori del Varese. Se ne doveste vedere qualcuno, vorrà dire che non fa più parte della squadra.

Non facciamo nomi, perché è un torneo dilettantistico, e perché ci sono tre o quattro squadre che hanno delle rose segrete di altissimo livello – giocatori professionisti molto conosciuti – per evitare che le società non li facciano partecipare.

Partiamo dal fatto che ritengo fondamentale salire un gradino alla volta per crescere gradualmente, ma…

Ma se dovesse arrivare un importantissimo investitore, e potessimo permetterci il doppio salto, saremmo stupidi a non effettuarlo.

I motivi sono due: primo, la nostra piazza è pronta, il nostro è un pubblico da B; e secondo sarebbe perché avremmo le risorse di fare un campionato di altissimo livello anche lì.

Quindi perché no?

Ne abbiamo viste di tutti i colori gli anni passati: cose che hanno fatto scappare gli imprenditori dal Varese. Ora siamo ripartiti, e chiunque si avvicina e si avvicinerà dovrà volere solo una cosa: il bene del Varese. I personalismi vengono dopo i colori di questa maglia. Io dico: cresciamo assieme al Varese.

Quello di vincere l’anno prossimo come abbiamo fatto quest’anno…

So dove volete arrivare: il mio sogno sarebbe rimettere la nostra maglia sulle spalle di Neto. Chi ama il Varese ama Neto… e chissà che un giorno non dovessimo farcela a riabbracciarlo. E magari tenerlo con noi anche quando avrà finito di giocare con un posto dietro una scrivania.