SOMMA LOMBARDO Qualcosa come 250.000 metri cubi d’acqua potrebbero travolgere il muro della diga tutto a un tratto e far arrivare a Pavia un’onda anomala del Ticino in grado di allagare le zone abitate vicino al fiume. Dunque non basta lavorare alle porte della sabbia del Panperduto. L’intervento tampone che si sta eseguendo in questi giorni «è una soluzione provvisoria – spiega il direttore del Consorzio EstTicino Villoresi Maurizio Galli, ieri sul posto – Faremo un muro sotto il quale ci sarà una tubazione d’acciaio con una valvola a farfalla che fa passare l’acqua, ma bisognerà provvedere ad altre porte a breve».
«Serve mettere in sicurezza l’intera diga», dice con forza il presidente del Consorzio Alessandro Folli: «vede qui? – continua indicando i buchi nel muro di contenimento del Panperduto – sono piccole perdite nella diga, ma l’acqua allarga i buchi fino a far accadere l’irreparabile. L’allarme è reale e preoccupante». Occorre: insomma rimettere mano al muro che contorna il bacino della diga e che dà sul lato del Ticino che scorre veloce, lungo lo scivolo. Poi ci sono le 14 porte d’entrata della diga stessa costruita 125 anni fa, chiuse da tre giorni eppure sempre con acqua che passa dalle paratìe e dalle pile in sassi e cemento che non tengono più.
«Nel bilancio del Consorzio in approvazione a novembre, cominceremo a inserirne 4 da rifare», anticipa Folli. Ma la lista degli interventi continua con lo "scaricatore dei 120", altra opera dell’uomo a ridosso dell’imbocco dei canali Villoresi e Industriale sempre più malridotta; senza dimenticare, lì accanto, quella che la gente del posto chiama "la piscina", angolo d’acqua tra i canali e il bacino da risistemare per bene.
Un lavoro da 16 milioni di euro per il quale Folli, sarà a Roma giovedì 8 ottobre, al ministero dell’Agricoltura con l’obiettivo di tornare indietro con l’impegno di spesa necessario a far partire il progetto prima dell’Expo 2015: questo, almeno, se si vuole evitare una figuraccia urbi et orbi di far mancare l’acqua al Naviglio proprio per l’Esposizione universale. Regione ed Enel hanno già dato la loro disponibilità economica: mancano gli altri soggetti, in primis Edipower.
Intanto il bacino è stato svuotato e fino al 6 ottobre le centrali idroelettriche di Vizzola Ticino, Tornavento e Turbigo non riceveranno l’acqua del canale Industriale. Camion e ruspe sono al lavoro proprio nel letto del fiume, spettacolo che ieri ha richiamato numerose persone sul posto, non senza qualche pescatore con tanto di retino già all’opera. Immancabile un’auto capovolta sul fondo, ormai completamente verde marcio, ricoperta di muschio. E tra cigni in lontananza e un paio di storioni in bella vista alle prime ore del mattino, il lavoro è iniziato.
Alessandra Pedroni
f.tonghini
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