– «La mia successione? Non servono nomi, ma uno sguardo che sappia proiettarsi con una visione d’insieme». A sei mesi esatti dal primo turno delle amministrative, il sindaco non si tira indietro e lancia le “primarie delle idee”. E la prima idea è già notevole: «Una “free zone” attorno all’aeroporto di Malpensa». La proposta di una zona franca, sul modello della Zona ad economia speciale varata da una legge regionale lombarda, che possa rappresentare un’opportunità di rilancio economico attorno a quell’hub di Malpensa, che nacque come “Aeroporto Città di Busto Arsizio”, è la prima suggestione con cui il sindaco Farioli vuole animare di contenuti il dibattito in vista del voto di giugno.
Le “primarie delle idee” sono il modo in cui il primo cittadino, che da tempo si definisce «scadente e impresentabile», prova a smuovere una situazione che nel centrodestra è bloccata da mesi sul totosindaco. Le lancia, queste “primarie”, «come amministrazione, senza pretesa di esaustività o monopolio», pur immaginando per l’esecutivo che verrà «un’ottica di continuità, ma con ancor più consapevolezza rispetto agli scenari molto diversi di fronte ai quali si trovava la città nel 2006 o anche solo nel 2011». In questo quadro Farioli invoca «un consapevole scatto di amore civico», ma anche «un approccio che non si esaurisca nella pur dignitosa concezione di una sana amministrazione di condominio», per la quale «sarebbe forse sufficiente un dignitoso commissario prefettizio, oppure, secondo un pericoloso declino, l’estrazione da un albo». Per la Busto del 2020, aggiunge il sindaco, «occorre certamente una classe dirigente, non un uomo o una donna soli al comando. Occorrono direttori d’orchestra, ma che conoscano musica e spartiti. Occorrono nomi, volti, ma soprattutto è indispensabile uno sguardo che sappia proiettarsi con una visione d’insieme».
Insomma, programmi prima ancora che nomi. E se entro la fine di gennaio l’amministrazione varerà «un calendario di giornate seminariali e interattive che spero contribuiscano in maniera serena al dibattito e alla crescita culturale, civile e, lasciatemelo dire, politica» per auspicare «una chiamata alla partecipazione di quei molti che in questi anni hanno dimostrato di avere molto da dire e da dare», Farioli non rinuncia a mettere già carne al fuoco: partecipate, sviluppo economico e welfare sono le priorità. Sul futuro delle partecipate il sindaco auspica di «trasformare il ruolo del pubblico e delle sue ramificate partecipazioni da strumento di esercizio del potere, da braccio operativo dell’amministrazione e di chi temporaneamente ne è chiamato alla guida e delle loro pur legittime ambizioni di riconoscimenti e ambiti protetti o garantiti, in leve di sviluppo per l’intera competitività di un territorio di area ampia e vasta». Per lo sviluppo emerge l’«idea di creare una “free zone”, facendo leva su un’area giuridicamente indipendente con peculiarità economiche e amministrative attorno all’hub di Malpensa, nel solco dell’indirizzo regionale e contestualmente al referendum regionale sull’autonomia».