Era un momento istituzionale, certo: ma la presentazione della squadra a Palazzo Estense è più che altro un rito. Roba importante, a cui la gente di Varese tiene un sacco. E sembra che la stagione non possa partire se non si passa da qui.Ecco perché è stato giusto e bello ritrovarsi nel salotto buono della città, ideale battesimo per una squadra che ora può davvero portare in giro per Italia ed Europa il nome di Varese. Dalla sala che tutti quanti ricorderemo come quella che ospitò i Roosters freschi campioni d’Italia, l’Openjobmetis parte per il suo viaggio: meraviglioso accorgersi di come le delusioni degli ultimi mesi non abbiano minimamente intaccato tutta la voglia di basket, tutta la capacità di sperare, tutta la necessità di pensare che questa volta andrà bene. Buon viaggio, Pallacanestro Varese: ai tuoi giocatori auguriamo di divertirsi e meritarsi ogni giorno il privilegio di essere qui, proprio qui, a giocare a pallacanestro.Non affannatevi troppo a parlare della storia di Varese, del calore dei suoi tifosi, dell’importanza di questa piazza e del peso dei vessilli: sono cose che la gente di qui conosce già, le conosce
meglio di chiunque altro e non ha nessun bisogno di sentirsele ripetere. Giocate, date tutto e non tiratevi mai indietro: meritatevi ogni applauso, accettate ogni fischio. Nessuno vi contesterà se perderete una partita, ma lo farà se tradirete la fiducia a scatola chiusa che vi è stata accordata. Poi, vabbè: a rischio di passare sempre per rompiscatole tocca fare le pulci alla presentazione di ieri. Perché di star proprio non siamo capaci. Allora: se una presentazione (che coinvolge tante persone e anche gente che deve lavorare facendo i conti con i tempi dei giornali) viene convocata alle 19.30, poi deve iniziare a quell’ora. Non quaranta minuti dopo. Si chiama rispetto. Moretti si è scusato e questo, va detto, gli fa onore.E poi. Nel turbinio di parole ed elogi sono stati citati davvero tutti. Ci si è però dimenticati di fare il nome di Bruno Arrigoni: e questo è imperdonabile. Lui che questa squadra l’ha costruita, lui che da una vita aspettava il momento di tornare nella sua Varese. Lui che ieri è stato lasciato lì seduto, privato degli applausi che si sarebbe meritato e che si aspettava.