Somma Lombardo – «Ho chiesto alle imprese dei documenti circostanziati, per dei lavori fatti senza controlli, senza coperture, senza ordini di servizio e senza apporre riserve sui libri contabili. Ad oggi sono stati protocollati richieste per 60 mila euro. Gli uffici hanno già attivato le procedure previste per queste fattispecie».
La vicenda “fatturopoli” approda in consiglio comunale. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2007 e il 2010 e riguardano il mancato pagamento da parte dell’amministrazione comunale di Somma Lombardo di quanto dovuto per alcune opere realizzate, senza che ci fossero i documenti che ne richiedessero la realizzazione. Lo scandalo ha portato ad una commissione consigliare d’inchiesta che ha quantificato in 320 mila euro l’ammontare delle parcelle non pagate. I risultati di quel lavoro d’indagine sono però stati secretati, non senza polemiche da parte delle forze d’opposizione. Nell’ultimo consiglio comunale è stato il capogruppo del Partito democratico Jimmy Pasin a chiedere al sindaco quale fosse lo stato dell’arte e a voler far chiarezza nei confronti dei cittadini.
«Rendiamo pubblici i risultato della commissione – dice Pasin -, omettiamo i nomi delle imprese, ma i comportamenti devono essere resi pubblici. Ora che succederà? Le imprese verranno pagate o no?». All’interrogazione presentata dal capogruppo del Pd è seguita una risposta del sindaco Giulio Colombo tutta giocata in punta di diritto. Tra regole che disciplinano la materia del contenzioso negli appalti pubblici e definizioni di conflitti d’interesse qualificati. Traducendo le parole del sindaco in
un lessico più comprensibile, si può dire che il primo cittadino abbia incontrato i rappresentanti delle varie aziende che vantano crediti nei confronti del Comune, chiedendo di produrre i documenti che comprovino la sussistenza di quei lavori. Dai 320 mila euro che si erano calcolati durante la commissione d’inchiesta si è scesi a soli 60 mila euro. «Lavori, però, fatti in assenza di controlli, coperture, ordini di servizio e senza apporre riserve sui libri contabili».
Senza, quindi, una pezza d’accompagnamento che costringa il comune a pagarli. Almeno così la pensa l’amministrazione comunale, che ha dato tutto in mano agli avvocati. Il dubbio, e forse anche qualcosa di più, è che con molta difficoltà le aziende riusciranno a farsi pagare quei lavori fatti, nei confronti dell’amministrazione comunale, ormai diversi anni fa.
Tiziano Scolari
p.rossetti
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