New York, 26 apr. (TMNews) – Inizia oggi la riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, mentre arriverà domani la decisione sui tassi di interesse. Se i riflettori sono puntati sul cambio di strategia comunicativa della Banca Centrale – per la prima volta il presidente Ben Bernanke parlerà ai giornalisti, – resta da capire quale sono le intenzioni dell’istituto di Washington da qui ai prossimi mesi: se è molto probabile che inizi a ridimensionare le linee di credito concesse durante la crisi, non si sa ancora quando comincerà a drenare l’eccesso di credito nell’economia alzando i tassi di interesse.
La Banca Centrale americana dovrebbe dare indicazioni sulla “exit strategy” dalla controversa strategia di acquisto di buoni del Tesoro americano per 600 miliardi di dollari, che dovrebbe concludersi a giugno. Molti funzionari della Fed, economisti e investitori pensano che la fine dei programmi di quantitative easing (QE e QE2) non provocherà particolari scossoni ai mercati o all’economia americana.
Secondo Laurence Kantor, capo della ricerca per Barclays Capital, il mercato si è già adattato all’idea condivisa che la Fed smetterà di acquistare bond e manterrà intatto per un certo periodo il proprio portafoglio di asset, che include oltre 2.000 miliardi di dollari in titoli (inclusi bond e debito collegato ai mutui).
Secondo alcuni analisti, mantenere i tassi bassi continuerebbe a spingere gli investitori verso asset più redditizi dei titoli di stato, spingendo al rialzo le materie prime, azioni e altri investimenti più rischiosi. D’altra parte alcuni investitori temono che i tassi di interesse saliranno quando la Fed smetterà di comprare i buoni del tesoro, l’85 per cento del debito venduto dal Tesoro da quando il programma di QE2 è iniziato a novembre quando è cominciato il programma.
La chiave di volta della strategia della Fed rimane l’andamento dell’economia e dell’inflazione. Domani la Fed pubblicherà anche gli aggiornamenti sulle previsioni economiche: è possibile che siano riviste al rialzo le previsioni sull’inflazione e al ribasso le stime di crescita del Pil nel breve periodo, ma le indicazioni per il 2012 non dovrebbero variare di molto.
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