Fiat/ Berlusconi: In Serbia ma non scapito dell’Italia


Torino, 23 lug. (Apcom)
– Non si placa il coro di no sulla decisione della Fiat di produrre in Serbia. Una scelta che ha portato sindacati, governo e opposizione a fare quadrato attorno a Mirafiori e, dopo uno scambio di telefonate con l’ad del Lingotto, Sergio Marchionne, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, fiducioso di arrivare a “buone e condivise soluzioni”, ha convocato il tavolo tra le parti sociali mercoledi 28 a Torino.

A intervenire oggi il premier Silvio Berlusconi secondo cui la Fiat è un’azienda privata che è libera di produrre dove vuole ma si spera non a scapito dei lavoratori italiani. “In un’economia libera e in un libero Stato – ha detto il premier durante la conferenza stampa con il presidente della Federazione russa, Dmitri Medvedev – un gruppo industriale è libero di collocare la produzione dove ritiene sia più conveniente. Spero che non accada a scapito dei dipendenti italiani”.

In campo a difendere la scelta del Lingotto ovviamente il governo serbo: “Siamo fortemente impegnati nella collaborazione con la Fiat per un contratto di joint-venture che sta dando grandi risultati sia alla Serbia che alla casa automobilistica italiana”, afferma il ministero dell’Economia serbo.

Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, dopo aver parlato con Marchionne al telefono, parla di segni di “ampia disponibilità” a discutere. C`è quindi uno spiraglio, anche se è inutile indulgere in facili ottimismi, avverte il sindaco. Come a dire: la L0 non farà marcia indietro verso Torino. Ma, sottolinea, per Mirafiori si studieranno “soluzioni alternative”.

Intanto continuano le agitazioni delle tute blu, che oggi in tutta Italia hanno incrociato le braccia per due ore, per uno sciopero indetto dalla Fiom. Cortei soprattutto a Torino, a Mirafiori come all’Iveco. Alta l’adesione in tutto il gruppo per la Fiom, mentre la Fiat fa sapere che ha scioperato solo il 18,5% dei dipendenti

Prs/Eco

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