Torino, 30 mar. (TMNews) – Oggi e’ l’ultima volta che gli
azionisti del Lingotto vengono convocati per approvare i conti complessivi di Fiat Group. Il 2010 infatti e’ stato l’ultimo esercizio prima dell’operazione di spin-off, che ha portato alla nascita di Fiat Spa e Fiat Industrial.
Giorno simbolico quindi a Torino, citta’ che guarda con preoccupazione al suo futuro. L’assemblea Fiat infatti arriva mentre da giorni è tornata a galla l’ipotesi di trasferimento della sede della casa automobilistica da Torino a Detroit. Un’ipotesi che al momento non è sul tavolo in quanto l’azienda, come ha sottolineato l’ad Sergio Marchionne al salone di Ginevra,non ha ancora preso una decisione in merito. Anche se, ha fatto intendere Marchionne, in un mercato globale occorrono piu’ centri direzionali.
Sullo scacchiere mondiale della Fiat c’è quindi chi intravede un futuro per Torino, come base per le attivita’ europee del colosso che nascerebbe dalla fusione del Lingotto con Chrysler, un evento che però avrebbe un incubazione di qualche anno.
La Fiat spa possiede infatti il 25% di Chrysler, ma il suo obiettivo e’ arrivare al 51% e l’ideale per Marchionne sarebbe arrivarci prima della quotazione in Borsa.
Ma arrivare al 51% vuol dire onorare alcuni impegni presi col governo americano. La prima tappa del 35%, a cui in Fiat stanno lavorando alacremente, si concretizzera’ alla costruzione di un auto a basso consumo (40 miglia per gallone) a marchio Chrysler, ma anche all’apertura alla casa di Detroit del mercato brasiliano, al momento uno dei piu’ promettenti del settore.
Sullo sfondo il debito da 7,4 miliardi di dollari, che Marchionne deve ripagare oltreoceano.
Sul fronte italiano Fabbrica Italia, dopo Pomigliano e Mirafiori, e’ al suo terzo atto a Grugliasco allo stabilimento ex-Bertone. Cambiano gli stabilimenti, ma continua il braccio di ferro con la Fiom. A Grugliasco, feudo dei metalmeccanici della Cgil, che hanno il 64% delle Rsu, la Fiat vorrebbe produrre un nuovo modello di berlina Maserati. Ma al momento la trattativa e’ finita su un binorio morto. E presto potrebbe toccare agli stabilimenti di Melfi e Cassino, dove Fiat intende realizzare accordi sul modello Pomigliano-Mirafiori.
Prs
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