Arriva d’oltremanica l’interesse per la Pro Patria. Arriva da Londra e dal cuore della city capitale degli affari la volontà di continuare a scrivere la storia tigrotta.
Con un tempismo alquanto singolare il giorno dopo l’annuncio ufficiale di Pietro Vavassori di lasciare la società arriva il comunicato dall’avvocato milanese Roberto Golda Perini a nome di un gruppo finanziario londinese disposto ad acquisire la società tigrotta. Queste le motivazioni e le “condizioni” degli inglesi: «La storicità della Pro Patria 1919, la visualizzazione del proprio marchio, un investimento ridotto per l’acquisizione della società, la presenza nel proprio organigramma di un presidente di calcio di una società della provincia di Varese o di un dirigente originario della cittadina bustocca». Lo scritto parla addirittura già di cifre («5 milioni da investire in un triennio») e di obiettivi: «La serie B in tre anni e lo sviluppo del settore giovanile».
Lo stesso avvocato Golda Perini, esperto di diritto societario e facente parte dello studio Cerutti e Partners di Milano con studi a Milano, Roma e Madrid, si rende disponibile ad aggiungere alcune cose: «Si tratta di una pura e semplice coincidenza l’uscita del comunicato il giorno dopo che l’attuale proprietà ha deciso pubblicamente di mettere in vendita la società».
È scontato che il legale non sveli i nomi dei suoi assistiti i quali «mi hanno dato mandato di verificare se sul territorio di Busto, tra l’altro è la città in cui è nata mia mamma, ci siano degli imprenditori disponibili a contattarci per conoscere il progetto che ha come base di partenza proprio la presenza nella compagine societaria di gente del posto. Speriamo di trovarne: se ciò non dovesse accadere, l’operazione non andrebbe in porto».
Di sicuro gli interessati all’acquisto della Pro non sono londinesi o giù di lì, ma «imprenditori, diciamo della Lombardia – si sbilancia Golda Perini – gente molto solida patrimonialmente e finanziariamente, imprenditori anche con marchi nazionali che fanno riferimento a un fondo londinese e che hanno voglia di buttarsi nel calcio e proprio nella Pro Patria perché, probabilmente, ne conoscono la storia. Insomma, quanto detto nel comunicato che abbiamo mandato alla stampa».
Ma se se è un gruppo così solido e desideroso di entrare nel calcio perché non interessarsi subito a una società di serie B, in una categoria in cui ci sono contributi televisivi dello stesso importo che questi “londinesi” vogliono investire nella Pro Patria nei prossimi tre anni per arrivare nella cadetteria?
Golda Perini risponde così all’interrogativo: «Sono dei pazzi per la Pro Patria così come è stato un pazzo Thohir a prendere l’Inter».
E sull’altro interrogativo che sorge spontaneo (perché i “londinesi” non hanno dato mandato all’avvocato di sondare direttamente l’attuale proprietà per conoscere l’entità dell’esborso per l’acquisto?) l’avvocato milanese puntualizza: «Sarà il passo successivo una volta che qualcuno del territorio di Busto o della zona riterrà di far parte di questa cordata e di questo progetto, altrimenti ci fermiamo qui».
Non resta ai bustocchi amanti della Pro che una via: chiamare Golda Perini e andare a vedere le carte. Capire le intenzioni di questo gruppo e le sue potenzialità. Un’occasione da non sprecare a costo di rimanere delusi. La storia di questi anni non lascia spazio all’ottimismo perché si sono ascoltate tante di quelle scuse… a cominciare dalla poca chiarezza societaria ai tempi della famiglia Tesoro fino all’antipatia per l’attuale patron. Il rischio è che, esaurito il bonus dei patron che si disimpegnano, la Pro Patria non ci sia più.
Busto Arsizio
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