Fine del Ramadan a Busto Si fa festa anche in carcere

Busto Arsizio – «Questo momento ci dà felicità: parteciparvi è stato un po’ come essere nel nostro Paese a festeggiare».Lo dice un detenuto marocchino della casa circondariale di Busto Arsizio, dove stamattina è stata celebrata la festa di rottura del digiuno del Ramadan.Tre i momenti organizzati, nelle diverse sezioni del carcere, per permettere a tutti i detenuti che lo desideravano di prendere parte a un momento importante, promosso all’interno di un progetto coordinato dal consorzio di cooperative sociali Sol.Co. in accordo con la direzione della casa circondariale stessa. «Un momento che ha fatto respirare un po’ il profumo del proprio

Paese», ha commentato Sabrina Gaiera, collaboratrice di Sol.Co. che, con Sergio Preite della fondazione Enaip, è tra gli operatori del carcere nel progetto di agenti di rete che, supportando molte attività, crea un ponte tra la casa circondariale e il territorio.Un momento di condivisione, introdotto dal cappellano del carcere don Silvano, che ha letto frasi del messaggio del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e dell’arcivescovo di Milano Angelo Scola in occasione della fine del Ramadan.Sono oltre il 60% su 415 detenuti quelli di religione musulmana nel carcere di Busto. Sulla Provincia di Varese di domani mercoledì 22 agosto altri particolari.

p.rossetti

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