Mirabello (Ferrara), 5 set. (Apcom) – Un “nuovo patto di legislatura” può “garantire il proseguimento della legislatura” e può consentire al Governo Berlusconi di “arrivare al termine”.
Questo concetto, secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini, “lo conosce anche Bossi”.
E’ avventurismo politico quello di minacciare elezioni nella speranza di intimidirci”, afferma nel suo attesissimo discorso di Mirabello il presidente della Camera sottolineando che “governare è anche fatica nel trovare compromessi. Confidiamo nella volontà e responsabilità di tutti. Il fallimento di questa legislatura, sarebbe un fallimento per tutti, per chi vi parla ma anche per Silvio Berlusconi” perché “quando ottieni un consenso così ampio il primo dovere non è quello di liquidare” le opinioni differenti “ma quello di governare”.
Per il presidente della Camera “Il Pdl è finito il 29 luglio”, quando si sancì l’incompatibilità di Gianfranco Fini. “Il Pdl non c’è più, ora c’è il partito del predellino”, dice Fini nell’atteso discorso di Mirabello, “con qualche colonnello che ha solo cambiato generale e magari è già pronto a cambiarlo ancora…”.
Andiamo avanti per ricostruire Pdl il Pdl senza cambi di campo, ribaltoni o ribaltini”, ha detto il presidente della Camera: “Andiamo avanti con le nostre idee nell’ambito dei nostri valori, senza tatticismi”, ha aggiunto.
E Berlusconi? “Non ho mai contestato – ha spiegato Fini – la leadership di Berlusconi ma, e ho fatto bene, l’attitudine a confondere la leadership con il ruolo che nelle aziende hanno i proprietari. In una democrazia liberale non ci può essere l’eresia perché non ci può essere ortodossia” e se “siamo tutti grati” a Silvio Berlusconi, che Fini non nomina mai, “per quel che ha fatto nel ’94”, questo “non può significare essere accusati di lesa maestà perché non c’è un popolo di sudditi ma di militanti”.
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