ROMA «Se questo arresto è venuto meno nel giro di 24 ore evidentemente significa che non andava fatto. Quello che posso solo dire, e ripetere, è che sono del tutto estraneo alle accuse che mi vengono contestate». Lo dice al telefono all’Ansa Guido Ralph Haschke, arrestato venerdì scorso dalla magistratura svizzera per riciclaggio e corruzione, in relazione alla vicenda della vendita di 12 elicotteri di Augusta Westland all’India, e rimesso ieri in libertà.
«Sono stato arrestato venerdì – spiega Harsche, al telefono dalla sua casa di Lugano – e ieri sono comparso davanti al giudice per l’istruzione e l’arresto che ha ritenuto infondate le motivazioni alla base del provvedimento restrittivo e ordinato l’immediata scarcerazione».
Guido Harschke, 61 anni, italo-americano residente a Lugano, sarebbe stato uno dei due mediatori (l’altro è il britannico Michel Christian) della vendita dei 12 elicotteri all’India, un Paese che vieta l’intermediazione, nel senso che la legge indiana non riconosce compensi per chi svolge questo ruolo.
Secondo l’accusa – basata in parte sulle dichiarazioni di Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica e condensata in una recente informativa dei carabinieri del Noe – Agusta Westland Ltd «avrebbe riconosciuto loro un compenso complessivo di 41 milioni di euro, diventati poi 51» per la necessità di formare una provvista di 10 milioni con cui, si legge in un’informativa dei carabinieri del Noe, Giuseppe Orsi – attuale presidente e ad di Finmeccanica, all’epoca si sarebbero dovute soddisfare «le richieste di alcuni partiti politici italiani».
m.lualdi
© riproduzione riservata