«Fisico, esperienza, appartenenza»

Varese Calcio - All’alba della stagione il ds Merlin presenta la nuova rosa: «È la squadra che volevamo»

È il calcio, bellezza… Ma qualcosa ci puoi fare. Così è successo al direttore sportivo del Varese Calcio Alessandro Merlin, messo in discussione lo scorso 30 giugno durante la riunione in cui la società ha comunicato la decisione del cambio in panchina (via Giuliano Melosi, dentro Ernestino Ramella): in quell’occasione Paolo Basile – quarto socio, general manager e ora vicepresidente – spiegò come ritenesse necessario «parlare col ds, per chiarire alcune cose». Parole che sembravano aprire a un clamoroso addio. Oggi, 18

luglio, 18 giorni più tardi, 18 giorni di duro lavoro, a testa bassa, senza sosta, il Varese è pronto a iniziare la sua nuova stagione (domani il raduno) con la rosa costruita da Merlin che impressiona addetti ai lavori e tifosi. Una rosa di alta qualità ed enorme esperienza, con cui il sogno Lega Pro (passando dalla serie D) potrebbe non essere quella chimera che sembrava ormai essere dopo i mesi buttati via, gli addii sanguinosi, le fantasie, gli scossoni, i terremoti.

No, non ho mai sentito la mia posizione in discussione. Mercoledì ho parlato con la società ed era tutto tranquillo. Giovedì (30 giugno, giorno della conferenza stampa ndr) sono andato in Spagna, dove sarei rimasto fino a domenica per seguire un camp dell’Udinese. Mi sono state riferite le dichiarazioni, ma mi pareva strano. Al ritorno ci siamo immediatamente chiariti: Paolo Basile mi ha detto di andare avanti a fare ciò che stavo facendo, senza problemi, anche con l’aiuto di Danilo Vago.

Avevo già molti contatti avviati, da almeno un mese. Il discorso Lega Pro, che non permetteva di dare certezze ai giocatori sulla categoria, ha un po’ rallentato i discorsi, ma comunque le trattative si stringono ai primi di luglio, quando si firma, per cui il tempo non mi ha mai preoccupato troppo.

Contano, tanto, perché i giocatori forti vogliono giocare con i giocatori forti. I nostri senatori saranno fondamentali: sanno cosa vuol dire giocare per il Varese e vogliono riportarlo dove deve stare; e non volevano altro che restare qui, a prescindere dalla categoria. E i giovani sono tutti di nostra proprietà: un altro elemento importante.

Abbiamo rastrellato il territorio per trovare giocatori di queste zone, con la voglia e la determinazione di giocare per la squadra di casa. Per me questo è fondamentale. Di fatto, l’unico che viene da fuori è Matteo Scapini (l’attaccante è veneto, ndr).

Avevo già contattato Ferri a Busto l’anno scorso, quando ero alla Pro. Ne conosco il valore, innanzitutto umano: ho potuto vederlo in partita, ma anche durante gli allenamenti. Quando ho capito che con la Pro Patria l’accordo poteva non arrivare l’ho ricontattato e, in tre giorni, abbiamo trovato l’accordo. Con lui il Varese avrà a disposizione un giocatore in campo, e una persona nello spogliatoio, di valore indiscutibile. Sarà uno dei nostro leader.

Lo conosco da tempo, perché ci ho giocato contro: io difensore centrale, lui attaccante. So quanto fastidio dà alle difese avversarie. Quest’anno sono andato a vederlo giocare 7/8 volte (la punta era a Seregno, in serie D ndr): dopo un avvio di stagione ottimo, con 12 gol, ha avuto qualche difficoltà, anche col mister. Entrava dalla panchina, magari a un quarto d’ora dalla fine: e andava a 1000. Quando metti in campo, a pochi minuti dalla fine, in serie D, un giocatore di 32 anni con 200 e passa partite in Lega Pro, non sai cosa aspettarti: lui, ripeto, andava a 1000. Questa è la mentalità del giocatore vincente; del giocatore che voglio. Se ti alleni bene, segui le regole, ti impegni al massimo, i risultati arrivano. Sempre.

È in dirittura d’arrivo. Settimana scorsa Giampaolo mi ha chiamato, di sera, tardi: aveva appena parlato con la Triestina. Mi ha chiesto di vederci. Mi sono vestito, sono uscito di casa e l’ho raggiunto: abbiamo parlato a lungo, mi ha spiegato. Lo dico: al 99% si chiude. E se chiudiamo arriverà al Varese, anzi tornerà, visto che è cresciuto nel nostro settore giovanile, un giocatore con 12 anni di esperienza tra i professionisti, di straordinaria qualità in campo e di grande spessore umano fuori. Proprio le caratteristiche che vogliamo.

Consol e Granzotto vengono da una collaborazione che è nata tra noi e la Juventus: ce li ha consigliati Claudio Chiellini, abbiamo recuperato informazioni su di loro che ci dicono che sono ragazzi di grande mentalità, pronti a lavorare. Dei profili importanti. Discorso analogo per Salvatore, che avevo già visto giocare un anno fa e poi è andato a Borgosesia, dove conosco bene la società che mi ha dato ottime referenze. Sarà anche un jolly perché può ricoprire più ruoli, in particolare quelli di seconda punta e di punta esterna.

Molto. Per adesso. Diciamo fino a domani sono soddisfatto. Domani inizia il ritiro e faremo tutte le valutazioni del caso per capire se c’è qualcosa da aggiustare. Nel frattempo sappiamo che potrebbe servire qualche altro giovanotto: ma prima vogliamo capire i valori che abbiamo in mano. Le prime valutazioni si faranno in 10/15 giorni, poi ci muoveremo di conseguenza. E, alla fine, saranno i risultati a parlare.

Il mister mi ha spiegato cosa voleva: una squadra con centimetri, fisico, esperienza. Abbiamo poi cercato di costruire un gruppo omogeneo, senza troppe star. Saremo tutti sulla stessa barca, uniti per raggiungere il nostro obiettivo.

Fare bene…

Fare molto bene?

Ultimo sforzo…

Ok: vogliamo provare a lottare per il vertice.