VARESE Erano in tanti, anzi no: c’erano tutti. Perché raramente era capitato di vedere la chiesa di Casbeno così piena – di gente, di lacrime, di dolore, di amore – e così partecipe. Folla, per l’ultimo saluto a Luciano Dalla Bona: il varesino di 64 anni scomparso nella notte tra domenica e lunedì dopo essere scivolato mentre cercava funghi. C’era da aspettarselo: perché Lucio era conosciutissimo ed erano in tanti a volergli bene. Una vita fatta di generosità – sempre pronto ad aiutare chiunque avesse bisogno di una mano – che si è chiusa nel segno della generosità, con la decisione della famiglia di donare le cornee. C’era tutto il passato e insieme tutto il presente di Lucio. I suoi vecchi compagni di squadra degli anni passati a far furore sui campi di tutta la provincia con la maglia dell’Aurora Induno, testimoni di un amore per il pallone sempre forte e presente.Marco Caccianiga, responsabile della scuola calcio del Varese e ideale testimone tra Lucio e la squadra per cui faceva il tifo, alla quale aveva voluto abbonarsi e che domani avrebbe visto debuttare contro l’Ascoli. Il deputato Daniele Marantelli, compagno di gioventù e di calci tirati al pallone, che ha ricordato come Luciano fosse una “persona bella”. La famiglia, distrutta dal dolore ma unitissima attorno alla moglie Gisella e alla figlia Francesca. E secondo noi c’era, consentitecelo, anche Carolina: l’altra figlia di Luciano scomparsa in seguito a un incidente domestico vent’anni fa,
e che ora ci piace pensare sia finalmente stretta in un abbraccio con il suo papà ritrovato.«In fondo, hai sempre voluto rivedere la tua Carolina»: questo lo struggente pensiero con cui Roberto Bof – cognato di Lucio, al quale era molto legato – ha voluto salutare il parente, l’amico. «Non si può dire “è stato bellissimo” parlando di un funerale – ci ha detto Roberto – ma io lo dico lo stesso. Perché per tutto il tempo si è respirata un’atmosfera familiare, calda, unita: e sì, è stato bellissimo. Ho scoperto, ma lo sapevo già, che Lucio aveva tantissimi amici: da Cusio, paese del bergamasco dove amava trascorrere i periodi di vacanza, è arrivato un pullman. Lucio c’era, e gli è tornato indietro tutto il bene che ha fatto in vita: ce lo immaginiamo, dove si trova adesso, che sta sistemando l’impianto elettrico di qualcuno». E ancora: «Negli ultimi tempi lo avevo visto stanco: sempre pieno di voglia di vivere, ma con lo sguardo spento. Perché se la sua voglia di stare qui era cinquanta, la sua voglia di rivedere Carolina era trenta: e adesso sono insieme, lo so che sono insieme. Lucio verrà sepolto vicino alla sua bambina, e sulla lapide metteremo una foto di loro due insieme anche se è una foto di vent’anni fa. Lucio non verrà dimenticato: ogni anno il calciatore dell’Aurora Induno che se lo sarà meritato, porterà al braccio una fascia da capitano con il suo nome».
s.bartolini
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