«Forza Mastini, ora giocate per Marco»: l’esordio col magone di Maurizio Fiori

Stasera al Palalbani (ore 20.30) il derby col Chiavenna apre la stagione giallonera nella nuova serie B. La maglia numero 57 di Kito sarà issata sotto la volta lignea: «Siamo una famiglia, penseranno a lui»

No, un esordio così non l’avrebbe voluto nessuno. Perché non sarà un esordio normale, non sarà una prima di campionato come tutte le altre. Purtroppo no. Negli occhi e nella testa di quei ragazzi, di quei dirigenti, è passato di tutto quest’estate. Però stasera si torna sul ghiaccio, con un motivo in più per vincere, per dare tutto, per pattinare con tutte le proprie forze e sfidare un destino beffardo. Bastardo più che beffardo, perché ha portato via un amico, un fratello, un figlio, un padre, un difensore.

La maglia giallonera numero 57 di Marco Fiori, stasera alle 20, prima dell’inizio della partita Varese-Chiavenna, sarà ritirata e issata in cima al Palalbani, e sorveglierà tutti dall’alto. Come un padrone di casa, che su quel ghiaccio ha iniziato a pattinare da bambino e che è già diventato l’angelo custode del palazzetto e dei Mastini. In questi casi però, come scriveva il polacco Ryszard Kapucinski, giornalista, scrittore e maestro, meno parole si sprecano, e meglio è. Si torna sul ghiaccio ed è la miglior medicina, forse l’unica, per stare assieme e farsi coraggio. Al palaghiaccio ci sarà papà Maurizio Fiori, che non può mancare. In questo periodo assurdo ha passato ogni giorno al Palalbani: per lui, più che per chiunque altro, sarà una partita strana. Non è nemmeno possibile immaginare quanti pensieri frulleranno nella testa di Maurizio, storico dirigente dei Mastini e genitore di Marco.

Rivedere quei ragazzi sul ghiaccio è veramente un modo per farsi forza? Lo chiediamo a lui: «Penso di sì, anche se non sono riuscito a vedere l’amichevole di Chiasso nel weekend scorso. Avevo un impegno ad Expo con la federazione, è vero, però sinceramente avrei fatto fatica a guardare la partita. Confesso che in tutti questi giorni che ho passato al palaghiaccio, non ho ancora avuto il coraggio di

mettere piede in spogliatoio. Però credo di sì, credo che tornare a giocare sia il modo migliore per tirarsi fuori da questa situazione». La miglior medicina, sì, ma fino ad un certo punto: «Allo stesso tempo, però, ho mille pensieri. Mi girerò a guardarli mentre entrano sul ghiaccio e non vedrò Marco: sarà dura. Ormai, dopo tanti anni, riconosco tutti i ragazzi da come pattinano, ma lui non ci sarà».

Sarà un bel campionato, affascinante, difficile, competitivo, fin dall’esordio di stasera nel derby contro il Chiavenna. Un derby è pur sempre un derby, specialmente alla prima stagionale, anche se per i motivi appena detti può passare in secondo piano. «Sarà un bel campionato, anche se noi siamo una squadra davvero giovane. Tutti ripetono sempre di non spendere, ma vedo che tutte le avversarie si sono rinforzate. In questa serie B c’è tantissima qualità, con giocatori di valore che hanno fatto grandi cose anche in serie A». E il Varese? «Abbiamo tre-quattro giocatori che hanno fatto esperienza al piano di sopra, tra cui il portiere Bertin. Un portiere può fare la differenza, però non può segnare». A livello di fascino però sarà una stagione unica: «Torna il derby con il Milano, che per noi è doppio perché ritroveremo i nostri Borghi e Piccinelli: sono lì in prestito per motivi di lavoro e studio, è un peccato non poterli avere con noi».

Alcuni dei problemi tecnici dei Mastini si sono ripresentati quest’anno, dopo la scorsa stagione deludente: «Le carenze in zona gol: creavamo tanto ma non c’era nessuno in grado di segnare. E poi è innegabile che ci siano delle difficoltà in difesa, anche perché non c’è più Marco. Però ripeto, è una squadra giovane: se trova i giusti stimoli, può fare grandi cose. La scorsa stagione il grosso problema fu di morale, perché ci aspettavamo di più e senza i risultati non arrivavano, la squadra si è spenta. Quest’anno partiamo volando basso: chissà, magari facciamo una grande stagione». Una cosa è certa, a spingere quei ragazzi a cercare una vittoria in più, un gol in più, un ingaggio vinto in più ci sarà uno stimolo speciale: «Spero di sì, anzi ne sono sicuro. La nostra è una famiglia, è nata per essere una famiglia: i ragazzi giocheranno di sicuro per Marco».