Due salvataggi prodigiosi su Curiale e Dionisi: sembrava Zappino (grande Massimo, Varese non ti dimentica).
Dionisi gli va via confezionando l’assist dell’1-0 e nel primo tempo soffriamo dalla sua fascia. Più esterno alto che terzino.
Vuole vincere anche quando contrasta e per poco la mette sotto la traversa di piede (!).
Nel Varese siamo sempre andati a nozze con i difensori che le danno: bravo Martino anche quando ci terrorizzi.
Quando parte e gioca, lo fa meravigliosamente e sembra far parte da sempre di questa squadra. Anche se gli salta in faccia l’avversario più pericoloso (Curiale) da due metri e becchiamo gol.
Quando Capezzi prende in mano la palla e recita, lui gli regala la bacchetta, poi la riprende. I grandi maestri d’orchestra, con gli allievi, fanno così.
Rispetto al Barberis visto a Masnago, tutta un’altra stoffa e un altro coraggio. Guarda sempre avanti, è nel vivo della squadra, ci prova. Sembra l’alter ego perfetto di Capezzi.
È ovunque e a 19 anni gioca con la testa: facciamo fatica a trovane un altro così in serie B. L’azione dell’1-1 è sua ed è impressionante: visione di gioco, forza, tiro, c’è il calcio. Kurtic? Buba? No, Capezzi.
Non è che dopo quel che hai fatto col Bari ti sei innamorato della palla? Con quella piovra di Miracoli, dovevi metterla in mezzo più spesso.
Ieri stritolato in una morsa, soffre la mancanza di Neto che magari gli apre spazi. Ma sbuca ovunque, anche per il quinto gol personale.
Di testa è una calamita: riceve due cross ed esplode due inzuccate chirurgiche salvate dal portiere e da un difensore. Stacco, potenza, angolazione.
Entra e fa le cose perfette: sulla fascia è come una furia. Straripante.
Entra e blinda il pari.
Entrata perfetta.