Gallarate– Amsc spa è tecnicamente fallita. E la fusione con Amsc Impianti&Servizi deliberata venerdì dal consiglio comunale serve anche ad evitare di portare i libri in tribunale.
Lo ha fatto capire, in maniera chiara, l’assessore al Bilancio Alberto Lovazzano. «Stiamo chiudendo i bilanci del 2011 e i termini sono ancora negativi», ha affermato. I conti di I&S sono in rosso per 900mila euro, mentre per la spa si attende il consiglio di amministrazione della prossima settimana per rendere noto il disavanzo.
«Posso solo dire che il dato è pesantemente negativo, tanto da costringerci a correre», ha proseguito l’esponente dell’esecutivo di centrosinistra, «quando si va al di sotto del patrimonio minimo (fissato dalla legge in 120mila euro, ndr) il codice civile dice che bisogna provvedere con solerzia ai rimedi necessari».
Per una questione di rispetto nei confronti del cda di Amsc spa, Lovazzano non ha fornito dettagli sui numeri. Due conti, però, si possono fare. La due diligence affidata ad Ernst&Young aveva ridotto il patrimonio dell’azienda a 633mila euro. Per essere sceso sotto i 120mila euro, significa che il disavanzo 2011 è stato di almeno 514mila euro. Ma le parole dell’assessore lasciano intendere che il ‘rosso’ possa essere ancora maggiore.
Ma ora che succede? Impossibile, per ovvie ragioni politiche e perché la spa da lavoro a 160 persone, dichiarare fallimento, nemmeno si può ricapitalizzare, perché la legge lo impedisce se gli ultimi tre bilanci si sono chiusi in rosso. La soluzione passa dunque dalla fusione con Impianti&Servizi, il cui patrimonio è di poco inferiore ai 30 milioni di euro.
Ed è appunto questo il primo passo della riorganizzazione del gruppo votato venerdì dall’assemblea civica. Una ristrutturazione che prevede la dismissione di tutte le partecipazioni in altre società e che fa i conti con la messa a gara di servizi come il trasporto pubblico, la distribuzione del metano e la gestione della raccolta differenziata. Mentre l’acquedotto sarà presto gestito da un organismo provinciale.
Anche se l’elemento che più ha fatto discutere è stata l’indicazione al cda di Amsc spa perché avvii uno studio di fattibilità relativo alla cessione di Amsc Commerciale Gas, l’azienda che si occupa della vendita del metano. Un passaggio che «non ci convince», ha affermato Giovanna Bianchi (Lega Nord), che ha chiesto che ogni decisione passi da un voto dell’assemblea civica.
Nonostante l’impegno in questo senso di Lovazzano e del presidente dell’assemblea civica Marco Casillo, il Carroccio è rimasto sulla linea dell’astensione. Giustificata col fatto che «il principio di snellimento che ha guidato l’amministrazione è condivisibile». Nettamente contrario, invece, il Pdl. «Con un tratto di penna hanno cancellato 100 anni di storia», lamentava subito dopo il voto, di fronte ai cronisti, il capogruppo Massimo Bossi.
In aula l’esponente dell’opposizione aveva contestato soprattutto la scelta, formalmente ancora da compiere, di cedere la Commerciale Gas. Nonostante, come rimarcato da Piergiorgio Praderio («Città è vita»), alcune amministrazioni a guida pidiellina dell’Altomilanese, da Legnano a Magenta, abbiano assunto scelte analoghe. Il Popolo della libertà ha comunque preferito abbandonare l’aula al momento del voto.
Non prima di aver annunciato che «abbiamo terminato di esaminare la due diligence e a breve chiederemo un confronto pubblico tra la vecchia e la nuova governance: questo almeno ce lo dovete». Al futuro ha voluto guardare anche il sindaco Edoardo Guenzani: «non vogliamo ridurre le attività di Amsc per portarle a zero, crediamo ancora nel valore dell’azienda e nelle capacità dei dipendenti».
Ma con tutti i servizi messi a gara, di che potrà occuparsi l’ex municipalizzata? «Stiamo pensando a funzioni alternative, legate alle energie alternative e alla riduzione dell’inquinamento». Cominciando, magari, con «la sostituzione delle caldaie a gasolio». Al momento è solo un progetto, ma «entro i primi di giugno presenteremo un provvedimento in questo senso».
Riccardo Saporiti
p.rossetti
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