Gallarate, bretella a rilento: i lavori si fermano per la crisi del colosso Rizzani De Eccher

Ritardi evidenti nel cantiere della Variante 341: opere strategiche ancora al palo e rischio paralisi dietro l’angolo

Da una decina di giorni i residenti che affacciano sul cantiere della bretella di Gallarate parlano di operai scomparsi, mezzi fermi e un silenzio sospetto. «Il cantiere è bloccato», dicono. In realtà una parte delle lavorazioni prosegue, ma è ormai chiaro che l’intervento abbia subito un rallentamento drastico, tanto evidente da far temere un vero stop.

Il nodo sarebbe la crisi finanziaria della Rizzani De Eccher, il gruppo friulano che nel 2023 – insieme a Manelli Impresa e Sacaim – si era aggiudicato per conto di Anas l’appalto da 161,5 milioni di euro per realizzare il primo tratto della Variante 341, arteria destinata a collegare Malpensa con lo svincolo A8/Pedemontana. Interpellata sulla situazione, Anas non ha fornito risposte. Ma i problemi della Rizzani De Eccher sono tutt’altro che nuovi: difficoltà economiche che circolano da almeno due anni e che negli ultimi mesi si sono trasformate in una vera emergenza.

Diversi cantieri strategici gestiti dal gruppo sono già stati sospesi: da Cattinara, dove è fermo il maxi intervento dell’ospedale di Trieste, fino alle opere siciliane del raddoppio ferroviario Catania–Palermo e della tratta Catania–Ragusa, finite sui giornali proprio per le difficoltà del consorzio guidato dall’azienda friulana.

Ora i venti della crisi soffiano anche su Gallarate. E i ritardi si accumulano. Dei tre svincoli previsti, dei due viadotti, della galleria artificiale, del cavalcavia e della sottovia progettati sulla carta, sul terreno non si vede quasi nulla. L’intervento, programmato in 1182 giorni, oggi mostra solo l’abbattimento della vegetazione e la prima base del tracciato lungo i 2,3 chilometri dell’asse principale.

Restano sulla carta, inoltre, gli svincoli fondamentali: quello con la Statale 336 a Gallarate, quello con il terminal intermodale Hupac a Busto Arsizio e la connessione con lo snodo A8/A36 nel territorio di Cassano Magnago.

Un’opera presentata come decisiva per la viabilità dell’area Malpensa–Pedemontana, ma che oggi rischia di trasformarsi nell’ennesima infrastruttura bloccata a metà strada. Ora la città aspetta risposte. E, soprattutto, un cantiere che torni davvero a muoversi.