Gallarate, coca e pistola in casa: in manette pezzo grosso dello spaccio

Gallarate Due etti di cocaina e una pistola con tanto di silenziatore. E’ quanto sequestrato dalla polizia di Gallarate l’altra mattina nel corso di una perquisizione domiciliare in un’abitazione di via Fiume che ha portato all’arresto di tratta di Armando Ginni, un 33enne di Gallarate, già noto agli ambienti giudiziari per via di una lunga sfilza di precedenti di polizia per reati quali scippo, incendio doloso (fu arrestato nel 2006 dalla squadra mobile di Novara come mandante del rogo di un capannone adibito alla raccolta della spazzatura a San Pietro Mosezzo), ma anche rissa, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e spaccio di droga. Adesso si trova rinchiuso nel carcere di Busto Arsizio: nei suoi confronti la è stato aperto un fascicolo per detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti e possesso abusivo di arma da fuoco.

Quando gli uomini del commissariato, martedì mattina, hanno fatto irruzione nell’appartamento, l’uomo, nullafacente, stava ancora dormendo. Gli agenti hanno perquisito i locali e ritrovato, nel sottoscala che porta al piano superiore, uno stanzino adibito a deposito chiuso da una piccola porta all’interno del quale, tra le cataste di legna e qualche attrezzo, è spuntato anche un sacchetto di cellophane contenente 200 grammi di cocaina (ciò che rimaneva di un panetto da un chilo), due dosi da dieci grammi ciascuna della stessa sostanza già confezionate in sacchetti più piccoli. Nello stesso involucro era nascosta anche una pistola di marca Beretta: una calibro 22 con numero di matricola, dotata di silenziatore, un proiettile di calibro diverso ma compatibile. La droga, opportunamente tagliata e rivenduta, avrebbe fruttato all’incirca 25 mila euro. Un anello di un certo calibro della catena dello spaccio locale, secondo gli uomini della squadra Mobile di Gallarate: secondo gli inquirenti il 33enne vendeva droga ai pusher che, a loro volta, rifornivano il mercato illecito del gallaratese. Ancora da analizzare chimicamente la sostanza che però appare già di un notevole grado di purezza. Indagini sono in corso anche per quanto riguarda la pistola sulla quale sono state rinvenute delle impronte digitali, che la squadra scientifica sta esaminando.
Proprio l’arma risulta denunciata come smarrita nel 2001 durante un trasporto dalla fabbrica della Beretta, nel bresciano, all’armeria che l’aveva ordinata. Da allora non se n’è saputo più niente.
Sulla pistola sono dunque in corso approfonditi accertamenti da parte della polizia, è su questo dirà qualcosa la squadra balistica cui la pistola è stata affidata, per capire se è stata anche utilizzata e, nel caso, se possa essere ricondotta a qualche fatto di sangue commesso in zona di recente.

f.artina

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