Gallarate, droga ed estorsioni Gli affari del clan Rinzivillo

FERNO Salvatore Fiorito comparirà per rogatoria davanti al gip di Milano alle 12 di domani per l’interrogatorio di garanzia. L’uomo, 67 anni, è stato arrestato all’alba dell’altro ieri nel casolare di Ferno dove si era nascosto durante la latitanza: Fiorito era sfuggito alla cattura nel maggio scorso quando gli uomini della squadra mobile di Varese e Caltanissetta misero in esecuzione 63 ordinanze di custodia cautelare tra il Varesotto e il Gelese, compiendo quell’operazione Tetragona che portò alla decapitazione del clan fedele ai Rinzivillo in provincia di Varese e al pentimento di Rosario Vizzini che di quel clan era considerato il capo.

«Non ho ancora potuto incontrare il mio assistito – dice Antonio Impellizzeri, legale di fiducia di Fiorito – Al momento della notifica dell’ordinanza era irreperibile, e dopo l’arresto è stato condotto ad Opera. Lo incontrerò venerdì mattina. Sino ad allora non posso assolutamente disvelare la strategia difensiva». Fiorito, in provincia di Varese, era considerato l’uomo addetto a droga e armi del clan. Nell’ordinanza di Tetragona si fa chiaramente riferimento ad un’ingente partita di coca la cui importazione dal Sudamerica via Inghilterra (in mare) della quale si persero le tracce a causa dei continui cambi d’utenza telefonica da parte degli intercettati. Il sospetto è che la partita sia comunque arrivata in Italia. E per traffico di stupefacenti e associazione a delinquere di stampo mafioso Fiorito è stato arrestato l’altro ieri dagli uomini della mobile di Varese guidati da Sebastiano Bartolotta. Rosario Vizzini, però, parrebbe averlo coinvolto anche in alcune delle estorsioni messe a segno dal clan; l’accusa, al momento è ancora in fase di verifica. Vizzini, per contro, nulla avrebbe detto sull’ordine di ucciderlo impartito proprio da Fiorito a Fabio Nicastro (che di Vizzini era il braccio destro ed è accusato anche dell’omicidio in concorso di Salvatore D’Aleo sulla base di quanto dichiarato dall’ex boss): Vizzini (che si sarebbe mantenuto in bilico tra mafia e stidda) avrebbe fatto la cresta sui guadagni da versare ai Rinzivillo. L’ordine di uccidere rientrò perché l’ex boss oggi pentito sarebbe riuscito a giustificare gli ammanchi.

«Sino a venerdì non posso dire nulla – conclude l’avvocato di Fiorito – Aggiungo solo che non è la prima volta che il mio assistito viene arrestato sulla base di capi di imputazione poi rivelatisi inesistenti. L’operazione Tagli Pregiati, condotta tra Gela e Busto Arsizio, lo vide assolto con formula piena per non aver commesso il fatto e rilasciato dopo 9 mesi di ingiusta detenzione. Non escludo che possa finire così anche in quest’occasione».
Simona Carnaghi

e.marletta

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