GALLARATE «Il consiglio di amministrazione ha deliberato oggi il proprio scioglimento». Inizia così il comunicato che annuncia ufficialmente la fine della Fondazione culturale.
Letto al telefono ai cronisti dalla segretaria di Mario Lainati, primo ed unico presidente dell’ente che, negli ultimi sei anni e mezzo, ha gestito il Teatro del Popolo e il Condominio. Generando un disavanzo di 850 mila euro, all’origine dello scioglimento della Fondazione.
Ieri il cda ha «nominato liquidatore il dottor ragionier Bruno Cisaro, attuale revisore» dei conti, subentrato a marzo a Ugo Gaspari. «Il Comune, in persona del sindaco e degli assessori alla Cultura e al Bilancio, ha partecipato alla riunione», prosegue la nota, «e ha assicurato la propria vicinanza alla Fondazione e al liquidatore per tutti gli atti dovuti».
E i lavoratori? «Saranno ricollocati». Segue dunque il copione l’ultimo atto della «1860 Gallarate città». La liquidazione, infatti, era una prospettiva che aleggiava da giorni, ritenuta l’unica via possibile per uscire dalla spirale dei debiti. Soprattutto in un momento in cui il Comune, alle prese con un quasi certo sforamento del patto di stabilità, non è in grado di ripianare le perdite accumulate nel corso degli anni in via Palestro.
Che succederà ora? Cisaro dovrà innanzitutto verificare se esistano dei crediti e, in questo caso, se possano essere riscossi. Dopodiché, dovrà contattare tutti coloro nei confronti dei quali la Fondazione ha un debito: compagnie teatrali, imprese di pulizia, agenzie di pubblicità.
Con loro, il liquidatore cercherà di concordare una riduzione del debito. Qualora questa trattativa andasse a buon fine, convocherà i soci della «1860 Gallarate città», proponendo loro di versare una cifra che sarà inferiore agli 850 mila euro di debito effettivi. Di quanto, dipenderà dall’esito delle singole trattative.
L’unica certezza è che il Comune dovrà pagarne i due terzi, una quota pari a quella del fondo di dotazione dell’ente versata sei anni fa da Palazzo Borghi. «Abbiamo fatto presente al cda che il Comune non si tirerà indietro, per quanto possibile, e sosterrà la parte che dovrà», l’impegno del sindaco Edoardo Guenzani.
L’obiettivo è che il liquidatore termini la propria attività entro la fine dell’anno. Nel frattempo, il municipio potrà già iniziare a lavorare per programmare una stagione che, fino all’anno scorso, in questo periodo sarebbe stata all’esordio. «La questione è già all’ordine del giorno della giunta di lunedì prossimo», fa sapere il capo dell’esecutivo di centrosinistra.
Pronto a ribadire che «intendiamo mantenere l’offerta culturale della nostra città, come sta avvenendo per Duemilalibri». Resta aperto, invece, il capitolo legato ai dipendenti. La nota della Fondazione afferma che i lavoratori saranno «ricollocati».
«Questo bisogna chiederlo a chi ha scritto il comunicato», replica Guenzani, «noi ci attiveremo come facciamo per ogni azienda in difficoltà». Impossibile che i cinque dipendenti vengano assunti in municipio, «può anche darsi che il liquidatore decida di mantenerli in servizio, oppure che, di fronte a una carenza di lavoro, ricorra alla cassa integrazione».
Riccardo Saporiti
e.besoli
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