GALLARATE – Il monastero di San Francesco, vuoto dal 9 febbraio 2022 dopo la partenza delle Suore Benedettine, potrebbe presto trovare nuova vita. A tre anni dall’addio, la Comunità pastorale di Gallarate rompe il silenzio e ribadisce la volontà di restituire una funzione all’edificio: «Fu costruito per il Vangelo, dovrà continuare a parlare il linguaggio del Vangelo», fanno sapere attraverso Insieme, il bollettino della Comunità di San Cristoforo.
Un luogo di accoglienza
Se la sua vocazione non sarà più quella del raccoglimento religioso, il monastero potrebbe diventare un centro di carità ospitale. L’ipotesi è affidarne la gestione alla Fondazione San Carlo, braccio operativo di Caritas Ambrosiana, specializzata nell’utilizzo di immobili per progetti sociali. Con la diocesi è già avviato un dialogo per individuare una strada percorribile, pur nella consapevolezza che al momento la parrocchia di Santa Maria Assunta non ha la forza economica per sostenere nuovi investimenti strutturali.
Un bene per la città
A breve partirà uno studio di fattibilità: sarà il primo passo per valutare soluzioni concrete, che possano rispondere anche alle esigenze del territorio. Tra le proposte emerse durante le riunioni del consiglio pastorale: alloggi temporanei per insegnanti fuori sede, spazi per nuclei familiari in difficoltà, una casa per giovani in formazione o, ancora, una comunità residenziale per persone con disabilità.
«Vogliamo avviare una riflessione ampia, senza fretta ma senza perdere tempo», sottolinea monsignor Riccardo Festa. Perché il monastero, con la sua storia e la sua chiesa, non è solo un luogo: è una risorsa per tutta Gallarate. E non va lasciato andare alla deriva.