Gallarate, il trans era troppo “focoso”

GALLARATE (fi.fa.) Rischia fino a cinque anni di reclusione il trans ritenuto colpevole degli incendi che si svilupparono nell’autunno del 2003 in via Calatafimi a Gallarate, nei pressi della superstrada 336, al confine con Busto Arsizio.
Stando alla deposizione dei carabinieri che ieri hanno testimoniato in tribunale, Pierluigi Tartagni, questo il nome all’anagrafe del viado già noto alle forze dell’ordine come tossicodipendente, oltre che per l’attività di prostituzione in quella zona periferica della città, era solito accendere una brace improvvisata per riscaldarsi dal freddo.

Al momento del sopralluogo dei militari, il 12 novembre, il fuoco si era allargato dal ciglio della strada al bosco circostante in modo tale da non essere facilmente domato e da richiedere l’intervento dei vigili del fuoco. Questi ultimi, provenienti dalla vicina caserma del Sempione, confermavano che non si era trattato di un episodio isolato, bensì della terza uscita nel giro di pochi giorni (il 7 e il 10 novembre) per la medesima incombenza.
Di qui il successivo controllo del transessuale da parte degli agenti, il sequestro dell’accendino trovatogli addosso e la denuncia a piede libero per delitti colposi di danno.
A fronte però della richiesta di un anno di carcere da parte della pubblica accusa, cui ha replicato il legale difensore proclamandosi a favore di una pronuncia di assoluzione, il giudice Anna Azzena ha deciso di prendere tempo fino al 16 dicembre, data della prossima udienza, prima di arrivare ad una sentenza. Sembra infatti ancora del tutto da chiarire la dinamica di propagazione delle fiamme e le reali intenzioni, o mancate precauzioni, dell’uomo travestito da donna.

m.lualdi

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