Gallarate, la storica tintoria che resiste alle boutique

GALLARATE «Quanti gallaratesi hanno calcato questo pavimento…». In mezzo alla trasformazione del centro storico, resiste la storica tintoria di Pinuccia Introini, «settant’anni l’anno prossimo», di cui gli ultimi 35 passati a lavare e stirare capi per generazioni di gallaratesi.

In una città dove giorno dopo giorno i commercianti di una volta cedono il passo alle boutique e alle finanziarie, la storica attività resiste. E può addirittura permettersi di affrontare un cambio di gestione, dato che nei prossimi mesi subentrerà il nuovo titolare Emilio Carelli. «Se un’amica non mi procurava il ricambio, qui arrivava subito un’altra boutique – lo sa bene la “sciura” Pinuccia – Ormai in centro a Gallarate siamo rimasti in pochissimi, forse solo noi e la farmacia Dahò di piazza Garibaldi».

Entrando nella piccola e vissuta bottega, all’inizio di via Mazzini, poco oltre la centralissima piazza Libertà, sembra di fare un tuffo nel passato. Storico l’immobile, proprietà Sacconaghi, un palazzo che affonda le sue radici addirittura nel 1600, come testimonia un’iscrizione all’interno del cortile. Storica la vocazione di tintoria, una volta di proprietà Cervi, come dimostra un quadro appeso all’interno

del negozio che espone una medaglia d’oro ricevuta quando ancora la capitale d’Italia era Torino. Intatti da sempre l’insegna e gli interni, dai grandi armadi in stile liberty («Una quindicina di anni fa un architetto di Milano voleva comprare le vetrate smerigliate. Se penso a quante ne sono state sfondate dai bambini mentre giocavano!») fino al bancone e al pavimento.

«Quanti gallaratesi l’hanno calcato – sospira di nuovo Pinuccia – I clienti di oggi sono i figli di quelli di ieri. Un po’ di calo comincia a sentirsi, le persone ultimamente tendono a portare accappatoi e trapunte un anno sì e uno no invece che tutti gli anni. Ma lavoriamo ancora molto: il servizio che diamo noi nelle lavanderie a gettone non si trova».

È il negozio di una volta, dove il rapporto umano è fondamentale: i clienti pagano dopo, magari ottenendo il rilavaggio quando è rimasto un alone di macchia, e chiedono persino l’impossibile perché sanno di ottenerlo.

Andrea Aliverti

s.affolti

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