Gallarate, l’invito del prevosto «Mettere al primo posto l’onestà»

Gallarate – Mantenere e accrescere un volto accogliente. Come comunità cristiana e come comunità pastorale. Un «allargamento del cuore» per diventare tutti capaci di amare disinteressatamente e gratuitamente.

Imparare di più a lavorare insieme, come parrocchie, associazioni, movimenti, sacerdoti e laici. Progettare una pastorale giovanile più unitaria, allargare gli orizzonti. Perché «unendo le forze e camminando insieme potremo anche affrontare con più partecipazione alcuni temi che vanno necessariamente sviluppati: l’educazione, la cultura, il sostegno alle famiglie, l’attenzione alle nuove e vecchie povertà».
Ritrovare fiducia e speranza, «ritornare a sognare, non ingenuamente, ma per aprirci a prospettive più significative», interrogandoci sul modello di società che vogliamo costruire, «cercare le vie nuove di convivenza sociale, di progettare una città, anche di fare politica», con un coraggioso sguardo al futuro per dare slancio al presente.

E all’intera città l’augurio di essere sempre solidale e di mettere in pratica, «anche con l’aiuto della sua amministrazione», uno stile di vita con valori che abbiano al primo posto l’onestà. Sono gli auguri che il prevosto di Gallarate monsignor Franco Carnevali lancia nell’omelia della messa per la patronale di San Cristoforo, sua «ultima celebrazione ufficiale» prima dello spostamento a Melegnano e dell’arrivo del suo successore, don Ivano Valagussa, del quale porta i saluti perché

impegnato in questi giorni nel seguire le proposte dell’azione cattolica.Davanti al sindaco Edoardo Guenzani, affiancato da alcuni assessori, a rappresentanti delle forze dell’ordine cittadine, a Vittorio Pizzolato, presidente della Pro Loco che ha organizzato le manifestazioni che hanno affiancato i momenti religiosi delle celebrazioni, a rappresentanti della società civile gallaratese e anche a qualche ex amministratore, don Franco ha ribadito i messaggi che hanno caratterizzato questi undici anni di cammino insieme alla comunità di Gallarate.

«Un’omelia di grande respiro – commenta il sindaco Guenzani – che come sempre fa riflettere sul senso del nostro impegno e che lascia l’indicazione di un impegno per tutti».
Ieri sera la patronale si è conclusa con la benedizione alla città e il concerto delle bande. Mentre ieri mattina, un piccolo spavento, ma senza conseguenze, quando un pezzo di ferro è caduto, parrebbe dalla grondaia, rasente il campanile della basilica.

p.rossetti

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