Gallarate, madre di famiglia scambiata per prostituta

GALLARATE Una signora di 55 anni, residente nella provincia di Varese, ha raccontato in tribunale a Gallarate la sua incredibile storia. I messaggi che riceveva sul suo cellulare avevano il numero in chiaro e le chiamate erano continue. Per mesi la donna ha continuato a sentire il suo telefono suonare. Ad un certo punto, però, non ce l’ha più fatta.

«Mi sono stancata e ho risposto arrabbiata. La persona all’altro capo del telefono non ha riattaccato, anzi, mi ha chiesto un appuntamento. Quando ha sentito il mio stupore mi ha spiegato tutto».

L’uomo aveva trovato il numero di telefono della signora su di un sito di annunci erotici. Chi la chiamava pensava di parlare con una prostituta e non con una semplice madre di famiglia. Per cercare di fermare i messaggi che continuavano ad arrivare la donna si rivolse anche alla polizia postale di Varese.

«Fu proprio quell’uomo a consigliarmi di denunciare la cosa alla polizia. Sono andata varie volte in commissariato. Lì gli agenti fotocopiavano gli sms e i numeri di chi li aveva mandati». La donna ha fatto di tutto per capire chi fosse stato a mettere il suo numero di telefono su quell’annuncio. «Non c’è stato verso – ha spiegato il tenente di polizia che ha condotto le indagini – l’annuncio osé che conteneva il numero di telefono della signora compariva su due siti stranieri. Uno aveva sede negli Stati Uniti. Chi l’ha messo deve aver fornito false generalità».

Le telefonate sono continuate per circa un anno fino a portare la donna, il 22 marzo del 2006, a denunciare l’autore di uno degli sms. «Sei una zoccola»: questo il testo del messaggio incriminato. Nel corso dell’udienza di ieri la donna ha però deciso di ritirare la querela presentata nei confronti dell’uomo. Da parte sua, infatti, non c’era nessuna volontà di ingiuria. Non aveva colpa se, pensando di chiamare Jessica o Chantal, si era ritrovato dall’altra parte la classica sciùra Maria.
Tiziano Scolari

e.marletta

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