Affrontare la Virtus Bologna, per la Pallacanestro Varese, significa rivivere un pezzo della propria storia gloriosa. Perché, prima del grande trionfo della Stella, datato 1999, i precedenti e più lontani scudetti biancorossi (il numero 8 e il numero 9) furono il frutto delle vittoriose battaglie condotte proprio contro le “Vu nere”, nelle finali playoff del 1977 e del 1978.
Domenica sera alle 20.30, al PalaWhirlpool, la sfida si riproporrà: difficile, combattuta, ci si augura spettacolare. Quasi un derby per Gianmarco Pozzecco e Cecco Vescovi, entrambi impegnati in carriera anche con la maglia della Fortitudo. Comunque sia, un confronto lontano dal fascino dei tempi d’oro, quel fascino che il basket di oggi sembra aver irrimediabilmente perso. «Ed è per questo che io spesso vado a rivedermi i filmati di quell’epoca, per tornare ad assaporare il gusto di quelle imprese e rivedere i grandi personaggi che animavano quei confronti» racconta , oggi addetto alle statistiche del club, ma biancorosso da sempre.
Nostalgia e tanti ricordi. «A cominciare dal capolavoro compiuto da , campione d’Italia con la Mobilgirgi nel 1977 – racconta Salmini – L’immagine del coach biancorosso, portato in trionfo a Bologna di fronte a un sconfitto, è la prima cosa che mi torna alla mente di quella partita». Vittoria secca di Varese, 82-77 in casa e 91-79 in trasferta, nel primo anno di introduzione in Italia dei playoff, grande novità destinata poi nel corso delle stagioni a farsi sempre più impegnativa ed estenuante, fino alle serie al meglio delle sette partite che contraddistinguono la realtà attuale. «I grandi cambiamenti cominciarono anche così ed è per questo che ogni tanto io mi sento di appartenere quasi ad un’altra epoca – confessa il 72enne Salmini – Il tiro da 3, per esempio, sul quale si basa la pallacanestro di oggi tanto da determinare quasi da solo vittorie e sconfitte, come ha dimostrato il successo biancorosso ottenuto a Brindisi, all’epoca ancora non era stato introdotto e il gioco, di conseguenza, era tutto diverso».
Nel 1978 l’immediato bis, con la Mobilgirgi, questa volta guidata in panchina dal rientrante , capace di imporsi nuovamente in finale contro la Virtus, stavolta in una sfida al meglio delle tre partite, dopo la sconfitta biancorossa in gara-2. «Da a , da a : ecco i protagonisti di quei trionfi, bilanciati sul fronte opposto da un altro grande come , che oggi di Bologna è presidente» sottolinea Salmini, che non dimentica però nemmeno i ko che le “Vu nere” seppero infliggere ai biancorossi negli anni immediatamente successivi, segnando di fatto la fine dell’epoca d’oro del basket varesino.
Per due volte infatti, nel 1980 e nel 1981, Varese vide infrangersi i propri sogni di gloria in semifinale playoff «contro la Virtus capace di rifilarci dolorose batoste anche a Masnago» ricorda Salmini.
Meglio il passato del presente? I grandi trionfi, purtroppo, fanno parte della storia e non dell’attualità. «Ma per il resto non è giusto fare paragoni: si tratta semplicemente di un mondo che è cambiato – analizza l’esperto statistiche del club biancorosso – In quella pallacanestro la partita, qualunque essa fosse, era il primo pensiero per tutti, mentre adesso marketing e risonanza mediatica tendono a volte a prendere il sopravvento, anche se è giusto sottolineare che essi non possono bastare, quando i risultati vengono a mancare» conclude Paolo Salmini.