GB; Labour in crisi, Brown pensa a rimpasto dopo europee


Londra, 21 mag. (Apcom)
– Un rimpasto di governo dopo il voto alle europee, per fermare il declino del Labour in vista delle elezioni politiche previste per l’anno prossimo. Sarebbe questo, secondo il Financial Times, il piano del premier britannico Gordon Brown, che prevederebbe la “promozione” a Ministro degli Esteri di Lord Peter Mendelson, già membro della Commissione europea e ora Business Secretary (Ministro delle Attività produttive).

Il consenso del partito di maggioranza è in calo costante nei sondaggi. In una ricerca dell’agenzia YouGov pubblicata sul Telegraph di lunedì, le intenzioni di voto per il Labour alle europee si fermano al 21%. “Se questi dati fossero confermati – dice ad APCom Simon Hix, professore alla London School of Economics ed esperto di politica europea e britannica – sarebbe il peggior risultato laburista in un’elezione nazionale dal 1910, quasi un secolo fa”. Il rimpasto, dunque, dovrebbe mostrare al pubblico che il governo sta cambiando rotta, per cercare di risollevarne le sorti.

Rimane da capire, se questa prospettiva si realizzasse, quale sarebbe il futuro dell’attuale ministro degli Esteri, David Miliband, principale candidato del Labour Party per la successione a Gordon Brown.

Promoveatur ut amoveatur, dicevano i latini. Lord Mandelson, nipote del barone Morrison che fu Foreign Secretary nel dopoguerra, aspirava da tempo a quella carica. Allo stesso tempo, però, la presenza di Mandelson alle Attività produttive è diventata scomoda per il premier Brown: il ministro, infatti, sostiene da tempo un progetto di privatizzazione del sistema postale, la Royal Mail. La proposta non è gradita a buona parte dello stesso governo laburista: la rimozione di Mandelson risolverebbe molti problemi al primo ministro, che potrebbe affossare la legge prima del dibattito parlamentare previsto per l’estate. Se il documento arrivasse in aula, il governo rischierebbe la terza sconfitta parlamentare in pochi mesi, dopo il voto sul rimpatrio dei soldati Gurkha e quello sulle spese dei parlamentari.

L’occasione per il ricambio sarebbe offerta proprio dallo scandalo dei rimborsi spese che sta travolgendo il partito di Brown (e non solo). L’attuale ministro degli Interni, Jacqui Smith, è stata tra i primi parlamentari coinvolti, così come la collega alle politiche regionali, Hazel Blears. Il premier ha dichiarato “inaccettabile” il comportamento delle due (mentre oggi ha difeso da accuse simili Geoff Hoon, segretario ai trasporti, e James Purnell, ministro del welfare). “Il rimpasto – spiega Simon Hix – potrebbe essere la soluzione per mostrare agli elettori che il governo sta affrontando la situazione”.

Una scelta in linea con le pressioni sullo Speaker Michael Martin, che ha annunciato ieri le proprie dimissioni, e con la promessa da parte del premier che nessuno dei parlamentari laburisti coinvolti negli scandali sarà ricandidato alle prossime elezioni.

Quanto a David Miliband, dovrebbe cedere il suo posto di Foreign Secretary e trasferirsi agli Interni. Il giovane ministro è considerato il più probabile successore di Brown per guidare il Labour alle prossime elezioni generali. “Uno spostamento del genere potrebbe apparire un tentativo di `rimozione'”, commenta il professor Hix. “Qualcuno vedrà questa scelta di Brown come una `notte dei lunghi coltelli’, e forse l’inizio di una guerra interna al partito – continua il professore -. Ma Miliband potrebbe anche accettare la decisione: non è mai successo che un primo ministro arrivasse direttamente dal Foreign Office. Gli inglesi pensano che il ministro degli esteri passi troppo tempo in aereo per capire davvero quello che succede a casa. Miliband deve persuadere gli elettori di avere abbastanza esperienza per guidare il paese.”

Il rimpasto, tuttavia, potrebbe non essere sufficiente. Gli scandali hanno coinvolto soprattutto i due principali partiti, senza travolgere i liberali e lasciando illesi gli anti-europeisti (UK Independence Party), che a Westminster contano solo pochissimi seggi. I sondaggi mostrano i due partiti molto vicini al Labour, con percentuali del 17 o 18 per cento. Simon Hix dice: “Se il partito di governo scendesse sotto il risultato del 1910, o se venisse scavalcato da uno dei partiti minori, la posizione di Brown sarebbe indifendibile, e un rimpasto non sarebbe davvero abbastanza.”

Dalle urne delle europee potrebbe arrivare anche una condanna definitiva per il Labour. In questa prospettiva, che oggi non appare inverosimile, le soluzioni possibili sarebbero un nuovo governo o la convocazione di elezioni anticipate.

Lbi

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