Londra, 14 mag. (Apcom) – Giorno dopo giorno, il Daily Telegraph continua a centellinare le rivelazioni sulle liste dei rimborsi spese dei parlamentari che ha ottenuto per gli ultimi 4 anni. E oltre agli abusi del buon gusto qui e lì spuntano veri e propri illeciti: oggi il quotidiano riporta nome e cognome di un parlamentare laburista, Elliot Morley, che ha richiesto un rimborso di oltre 16mila sterline per un mutuo che non è mai esistito.
Il Telegraph – che da una settimana fa emergere dettagli su questa o quella nota spese – osserva che potrebbe trattarsi di un reato.
Lo scandalo dei rimborsi spese gonfiati si è allargato dal contestatissimo governo laburista di Gordon Brown anche ai parlamentari dell’opposizione conservatrice. Con la differenza che il leader tory David Cameron è stato molto più pronto del premier in carica a condannare gli eventi, e perfino a chiedere la restituzione immediata del denaro ai parlamentari coinvolti. E alla vigilia delle elezioni europee, la vicenda sta facendo molto male al Labour Party.
Per lo più, lo scandalo è questione di buon gusto e non di tribunale. Esiste infatti una legge che autorizza i parlamentari britannici a chiedere il rimborso per le spese sostenute per una seconda casa: per candidarsi in un collegio diverso da Londra è necessario risiederci.
Le spese sostenute dai parlamentari sono state fin qui protette da confidenzialità ma una recente sentenza ne ha ordinato la pubblicazione. Il Telegraph afferma di aver ottenuto in anticipo la lista dei rimborsi (e diversi giornali hanno fatto capire che il foglio le avrebbe pagate a caro prezzo).
Alcuni parlamentari avrebbero fatto passare per seconda residenza la loro casa principale onde ottenere i rimborsi.
Ma a tenere banco in tempi di crisi è soprattutto l’immagine di una casta che si dà alla bella vita coi soldi dei contribuenti. Nei documenti ottenuti dal Telegraph ci sono dei lussi: tipo il tappeto afgano comprato da un laburista a 275 sterline. La veranda costruita nella casa di un conservatore per 5.700 sterline. O il laptop da 709 sterline che voleva farsi rimborsare un giovane liberaldemocratico (richiesta bocciata). O i 4 coltellini d’argento da colazione comprati per 31 sterline da un conservatore. Ma ci sono anche le spese minute che rivelano una certa meschinità, come i 68 pennies messi in lista da un laburista per un barattolo di marmellata o i 30 pennies di una busta di carote comprata da un suo collega.
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