«Gente in delirio per questo Varese, e io mi sento Pertini. Andiamo su e poi…»

Il bilancio del presidente Gabriele Ciavarrella: «Ringrazio Melosi, lucido nei momenti più duri. Ai ragazzi ho chiesto di non perdere una partita. Saliamo in D e saremo all’altezza delle attese»

Presidente da neppure quattro mesi, Gabriele Ciavarrella si è abituato bene perché il suo Varese sa solo vincere. Il girone di andata si è chiuso con il primato assoluto nel girone A dell’Eccellenza: primo posto con addirittura undici punti di vantaggio sulle seconde, miglior attacco e miglior difesa.

Siamo andati al di sopra di ogni aspettativa. Io sono uno di cuore e vivo con passione: questa avventura con il Varese mi sta regalando emozioni uniche, mai vissute prima e sono felice di aver raccolto l’invito del sindaco Fontana che l’estate scorsa mi aveva chiesto di prendere in mano la squadra insieme ai miei soci. L’entusiasmo che c’è in città è indescrivibile e ieri sera, alla cena organizzata dai tifosi, c’erano almeno 400 persone impazzite per il Varese Calcio.

Semmai mi sono sentito come Sandro Pertini, il nostro grande presidente della Repubblica a cui piaceva stare in mezzo alla gente. La folla mi ha abbracciato e ho stretto tante mani. I veri protagonisti, però, sono i nostri giocatori anche se io sono felice di essere il pilota, insieme a Piero Galparoli e a Enzo Rosa, del Varese. Insieme abbiamo ridato vita al calcio in città e questa rinata energia, straordinaria, è anche merito nostro. Ma il noi è un concetto che include tutti.

Siamo un immenso “noi”, in cui sotto una unica bandiera c’è tutto il popolo biancorosso. È una magia speciale e indescrivibile.

L’allenatore Giuliano Melosi. Ci ho visto giusto dandogli fiducia dal primo momento. Appena ci siamo presentati ho colto subito in lui un carattere di forza, ho percepito che grande lavoratore fosse e lo ha dimostrato sempre. Non ha mai perso lucidità, neppure nei, pur rarissimi, momenti di difficoltà come l’eliminazione dalla Coppa, dopo la sconfitta con l’Ardor Lazzate, o in occasione dei tre pareggi con Mariano, Trezzano e Tradate. Ha sempre mantenuto il profilo del professionista con massima concentrazione e la classifica gli sta dando ragione. Il primo che tutti dobbiamo ringraziare è Giuliano Melosi.

Tutta la squadra, senza eccezioni: dai più giovani, che vivono l’esperienza coinvolgente di scendere in campo davanti a un pubblico fantastico da Serie B, fino ai più esperti. Avete visto con quale abbraccio sono usciti dal campo domenica scorsa tutti i biancorossi? Ognuno di loro merita un applauso forte: da Lercara a Zazzi, da Giovio a Marrazzo, che non ha deluso le aspettative diventando subito bomber.

L’ultima, con il Lomellina. Al Franco Ossola si è visto un grande calcio e un Varese sontuoso. Qualcuno mi ha detto: «Tutti zitti di fronte a questo grande Varese». Le parole non bastano.

Vero e va giocato con lo stesso entusiasmo, la stessa forza. Pretendo una squadra puntuale e concentrata. Ai ragazzi ho già parlato dicendo che esigo un Varese da record. Dobbiamo chiudere mantenendo l’imbattibilità e per farlo è necessaria concentrazione massima. Non possiamo cullarci sugli allori, pensando agli undici punti di vantaggio sulle seconde. Bisogna migliorare.

Il Varese è rinato grazie ai tifosi, alle imprese, al sottoscritto e agli altri rifondatori. Abbiamo dato vita a un Consorzio e anche in Serie D saremo garanti di un campionato all’altezza delle aspettative.

Il suo rientro è stato il momento più emozionante della stagione anche perché avevo vissuto in diretta il suo infortunio in allenamento, che gli era capitato appena aveva firmato il contratto. Nel lungo periodo di convalescenza gli telefonavo tutti i giorni e alle mie domande su come stesse, mi rispondeva: «Ma presidente, ci siamo appena sentiti…». È un esempio di attaccamento alla maglia e al nostro progetto di cui è orgoglioso, come tutti gli altri ragazzi.

Per me e per gli altri dirigenti rispondono i fatti. Tutto quello che abbiamo deciso e messo in pratica si è svolto nella massima trasparenza ed è sotto gli occhi di tutti. È normale che quando tutto va bene qualcuno, che ama sguazzare nelle cattiverie, sia geloso. Ma questo non è un problema nostro. A noi piace lavorare onestamente per un calcio nuovo e fra l’altro siamo gli unici ad aver introdotto il terzo tempo, che è ispirato al rugby e, dopo ogni partita, mette a un tavolo, davanti a un panino e a una birra, i giocatori delle due squadre e le rispettive tifoserie.

Offriremo una grigliata a tutti al Franco Ossola.