Giallo di Cocquio Trevisago Nuovi interrogatori

COCQUIO TREVISAGO Indizi buoni su cui lavorare, e ancora a pieno ritmo, a quasi due settimane dalla scoperta del cadavere di Carla Molinari: null’altro lasciano trapelare gli inquirenti impegnati a risolvere il giallo più inquietante del Varesotto dai tempi delle bestie di Satana. Ieri il questore Marcello Cardona ha espresso ottimismo: «Non abbiamo fretta, ma siamo certi che scopriremo chi è stato» è stata la sua dichiarazione a margine di un convegno a Villa Recalcati. Le indagini, seguite in prima persona dal procuratore Maurizio Grigo, e affidate al pm Luca Petrucci, potrebbero dunque essere ad una svolta. Peraltro: non vi sono altre ragioni per trattenere ancora il cadavere della povera 82enne, alla quale l’assassino ha tagliato e portato via le mani, dopo averla soffocata e sgozzata.

Particolari orrorifici, i virtù dei quali gli inquirenti sono sempre più orientati a pensare che si sia trattato di una macabra messinscena, allo scopo di deviare l’attenzione da chi è stato mosso ad un gesto così estremo magari solo per motivi banali. Il nulla osta alla sepoltura non è ancora stato dato: e ciò potrebbe significare che ulteriori accertamenti sono necessari, alla luce anche di particolari emersi dagli interrogatori delle tante persone sentite in questi giorni, e dai rilievi eseguiti nel corso dei numerosi sopralluoghi degli uomini della Squadra mobile della polizia nella villetta di via Dante 23. Particolare attenzione viene riposta sulle ferite: costituiscono una sorta di impronta dell’arma utilizzata, e un elemento utile da cui partite per risalire all’assassino. Nuovi interrogatori di amici e conoscenti della vittima sono stati eseguiti nelle ultime ore in paese.

Intanto il mostro di via Dante fa ancora paura e così dopo il delitto di Carla Molinari si è registrato un vero e proprio boom di richieste di noleggio di cassette di sicurezza nelle banche della zona. Potere della suggestione che si è estesa nelle ultime due settimane abbracciando molti degli aspetti principali della quotidianità della gente. Minata è la sicurezza percepita, per cui da una parte c’è il mostro di via Dante ancora senza volto e dall’altra ci sono tutti i timori dei cittadini preoccupati per la propria incolumità e per la sorte dei propri averi. Non si spiegherebbe altrimenti il picco di richieste registrate negli ultimi tempi per porre sotto chiave anelli, collane, bracciali e quanto di più prezioso si possa avere in casa. Meglio non rischiare e – anche se come sembra il delitto di Carla Molinari non ha nulla a che vedere con una rapina finita nel sangue – diventa più naturale assicurare qualunque cosa di prezioso sotto chiave.

b.melazzini

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