SOMMA LOMBARDO Acido nel bancomat, fallisce il colpo all’Ubi ma resta un dubbio: i banditi stavano collaudando un nuovo metodo di “ripulitura” da applicare agli sportelli automatici della zona? Il fatto è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato in corso Europa, zona residenziale dove ha sede, appunto, la filiale dell’istituto di credito presa di mira. La dinamica dell’accaduto è ancora al vaglio dei carabinieri di Gallarate, arrivati in pochi minuti dopo che chi abitava in zona ha dato l’allarme. A richiamare l’attenzione dei residenti i rumori provocati dall’azione dei malviventi, ma soprattutto il denso e vistosissimo fumo che si è improvvisamente alzato dal bancomat. Tanto che, in molti, hanno creduto che la cassa automatica fosse lì lì per esplodere e, ieri mattina a Somma si parlava di bancomat fatto saltare. I ladri mancati, invece, avrebbero utilizzato un sistema più sofisticato versando una sostanza chimica (non è ancora certo di che cosa si tratti) direttamente sul distributore di denaro. L’obiettivo era quello di “fondere” o corrodere il metallo in modo da poter sganciare il bancomat e trasportarlo facilmente, oppure aprirlo
in loco e raggiungere i contanti contenuti. Il tutto senza causare rumori certamente udibili come quelli scatenati da un’esplosione. Esplosione che, tra l’altro, in parecchi casi si è rivelata inutile: nel rogo seguito al botto talune volte sono andate perdute anche le banconote stesse. Quella di ieri notte potrebbe quindi essere una prova. Un esperimento che, se riuscito, avrebbe consentito ai ladri di avere accesso a parecchie migliaia di euro (il venerdì i bancomat vengono generalmente caricati in modo da non esaurire il credito per tutto il fine settimana, quando la banca rimane chiusa). E anche possibile che l’intenzione dell’altra notte non fosse quella di “prelevare” denaro, ma di trovare il giusto dosaggio dell’acido. I carabinieri hanno effettuato tutti i rilievi del caso. In primo luogo cercando di appurare quale sostanza sia stata usata, quindi effettuando indagini scientifiche per capire se durante l’azione i malviventi possano aver lasciato impronte o tracce biologiche utili per la loro identificazione. Dell’accaduto si cercano anche immagini registrate da telecamere presenti nella zona: potrebbero avere filmano l’arrivo e la fuga dei soliti ignoti. Simona Carnaghi
s.bartolini
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