Ginnastica, la gioia della Laurito «Dopo il bronzo posso smettere»

GALLARATE Romina Laurito, la farfalla di Gallarate, si gode in famiglia la sua medaglia di bronzo, conquistata domenica alla Wembley Arena di Londra nell’all-around a squadre della ginnastica ritmica: «Tanti sacrifici, ripagati da questa medaglia. Chiudo la carriera in bellezza». E pensare che nel 2008, dopo la delusione della mancata qualificazione ai Giochi di Pechino, aveva pensato di smettere, a soli 21 anni. Aveva già vinto tanto, ma da allora ha aggiunto alla collezione tre ori mondiali a squadre e questo bronzo olimpico. «È il coronamento della mia carriera, un sogno che si avvera».

Una vita dedicata alla ginnastica ritmica.
Ho iniziato a due anni e mezzo. Mio fratello faceva artistica, mia sorella ritmica: mia madre racconta che io già a quell’età non vedevo l’ora di fare ginnastica, scalciavo per andare in palestra e piangevo quando la accompagnavo, per cui mia madre decise di iscrivermi in palestra.

Hai fatto tanti sacrifici per questo sport, ne è valsa la pena?
Per arrivare qui sì, era quello che volevo. È vero, non è stato facile, ho sempre dedicato cinque-sei ore al giorno agli allenamenti. Ho cambiato diverse scuole, cercando quella giusta per conciliare gli allenamenti con gli studi. Solo dal 2008 sono al centro tecnico federale, dove vivo di ginnastica, otto ore di palestra al giorno.

La tua famiglia?
Sempre al mio fianco: mi hanno assecondata e incentivata. Finalmente sono riuscita a ripagarli come si deve. Sono felice per loro, si meritano questa gioia olimpica.

Con tre titoli mondiali potevano essere già sazi, no?
Ho avuto tante soddisfazioni anche dall’individuale, ma questa medaglia mi mancava.

Quanto ti pesava non aver mai partecipato a un’Olimpiade?
Decisamente tanto. Nel 2004, appena entrata nel giro della nazionale, ci avevo provato, ma ero stata inserita nelle riserve. Nel 2008 ci ho riprovato come individualista ma non è andata: dopo quella delusione volevo smettere. Poi il ct Emanuela Maccarani mi ha proposto di entrare nella squadra, un invito che mi ha molto onorato. Con questa medaglia ho coronato tutta la carriera. La dedico a chi ha creduto in me.

Significa che smetti dopo la prima Olimpiade?
La mia attività di ginnasta finisce qui. È ora di fare spazio alle più giovani. Mi metterò a studiare fisioterapia, con l’obiettivo di rimanere in questo mondo con un altro ruolo. Ci vorrà tempo: ho l’ambizione di seguire la squadra come fisioterapista, più che fare l’allenatrice.

Gareggiando l’ultimo giorno non ti sei molto goduta l’esperienza olimpica…
Eravamo staccate dal villaggio, perché il nostro campo di gara era a un’ora e mezza. Seguivamo i risultati solo al ritorno al villaggio, però l’ultima sera a Casa Italia è stata indimenticabile.

Chi hai conosciuto?
Quasi tutti gli atleti erano già tornati a casa, ma c’erano le premiazioni delle ultime medaglie di domenica: le squadre di pallavolo e pallanuoto, Fontana della mountain bike. E mi ricorderò sempre Roberto Cammarelle, così deluso per com’era finito il suo match.

Sei l’atleta più titolata della Virtus Gallarate. Nemmeno un mostro sacro come Boris Preti aveva vinto una medaglia olimpica.
Davvero? Sono orgogliosa. Sono stata alla Virtus per gran parte della mia carriera, fino al 2008, quando sono entrata a far parte dell’Aeronautica Militare. È casa mia.

Pensi che questa medaglia possa avvicinare qualche ragazzina alla ginnastica ritmica?
Sì, può essere lo stimolo giusto. L’immagine di questa disciplina aveva perso molta credibilità dopo lo scandalo del 2008 (il bronzo scippato alle azzurre a Pechino dalle giurie, ndr): ora con tre Mondiali vinti e questa medaglia olimpica, le giurie hanno mostrato obiettività. A Londra abbiamo sbagliato e siamo scese di un gradino in classifica, ma siamo state penalizzate il giusto. Così i valori sportivi sono stati rimessi al loro posto.

Il Comune di Gallarate pensa di sfruttare i successi olimpici tuoi e di Michele Frangilli per promuovere lo sport tra i più piccoli. Ci stai?
Per ora non si è ancora fatto vivo nessuno: comunque se c’è da fare qualcosa per lo sport sono sempre disponibile. So quanto sia difficile conciliare lo sport con la scuola, va sostenuta la passione di chi si sobbarca tanti sacrifici per fare attività agonistica.

Adesso si festeggia?
Adesso vado in vacanza in Spagna con le ragazze della nazionale di ginnastica ritmica. Finalmente possiamo stare insieme senza gare, tra amiche anche fuori dalla palestra.

Andrea Aliverti

s.affolti

© riproduzione riservata