VARESE Un atto inquietante a due passi da quella che fino a otto giorni fa era la porta di casa sua. Quanto accaduto non è incredibile agli occhi di Pietro Pilicchi, l’ex custode del cimitero di Giubiano: «Se si mandano via i custodi che stavano fissi nei cimiteri è normale che gli stessi diventino terra di nessuno e che i malintenzionati se ne approfittino, scorazzandovi a loro piacimento». Vivere in un cimitero non è sicuramente una cosa piacevole: quando si aprono le finestre si vede una distesa di tombe e, per entrare e uscire da casa, bisogna passare tra croci, candele e crisantemi. La notte, poi, non ci si sente mai sicuri.
Ma Pietro e la sua famiglia ci avevano fatto l’abitudine e, se il Comune non li avesse spinti a trovare un’altra sistemazione, avrebbero voluto passare al cimitero altri anni. «Quando ero residente lì è capitato che entrasse qualcuno a rubare il rame e una volta c’è stato anche un suicidio – continua Pietro – Ma di atti di questo genere non ce n’erano mai stati fino a oggi. Secondo me questa triste storia insegna che si possono installare cancelli elettrici, dispositivi di sos con telecamere, ma sono le persone a fare la differenza. Tanto è vero che, quando mancano le persone, le cose diventano alla mercé di tutti. Noi tenevamo la luce accesa di notte, si capiva che c’era sempre qualcuno».
Il rito misterioso scoperto ieri è avvenuto proprio a pochi giorni dal trasloco del custode. «Può essere che aspettassero che me ne andassi per poter fare il loro cerimoniale indisturbati – continua Pietro – È capitato che entrassero i ladri e che io non me ne accorgessi perché si muovevano furtivamente, nel silenzio. Invece si vede che stavolta chi ha compiuto tali atti macabri aveva bisogno di fare un po’ di rumore».
Quanto ritrovato al cimitero fa pensare a un rito (satanico, esoterico o propiziatorio) e in un certo senso ricorda un altro inquietante ritrovamento avvenuto alla Schiranna il primo dell’anno. Si trattava di un cesto decorato con sette rose, contenente uva, albicocche, mele, arance, more, ribes, fragole, banane. Insieme alla composizione c’erano anche altri strani oggetti. Tra cui una bottiglia di Vermouth rosso aperta e con il tappo a terra.
Ma non solo. Un flacone di profumo da donna. Un rossetto nuovo. Un pacchetto di sigarette pieno e con una sigaretta semifumata appoggiata sopra. Un mazzo di carte da gioco. Ma cosa sta a significare la strana composizione? C’è un collegamento tra i due ritrovamenti? Tutte le ipotesi sono aperte.
b.melazzini
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