Giudice di Pace a Busto: una causa rinviata al 2031 accende l’allarme sulla giustizia

BUSTO ARSIZIO – Una causa di quelle considerate “semplici”, un’opposizione a un decreto ingiuntivo, finisce in calendario… nel luglio 2031. Siamo all’Ufficio del Giudice di Pace di Busto Arsizio – che in realtà si trova a Gallarate – e quanto accaduto all’inizio di maggio non è un’eccezione, ma un segnale eloquente di un sistema ormai in forte sofferenza.

Le parti avevano chiesto la remissione in trattazione scritta. Il giudice ha negato l’efficacia provvisoria del decreto e fissato l’udienza… tra sei anni. Una decisione che lascia senza parole, ma che rientra nella “normalità” di un tribunale sommerso: a Busto e Legnano si stimano quasi 10.000 decreti ingiuntivi arretrati, con appena due giudici e mezzo in servizio e un altro posto vacante. Le cause vengono rinviate al 2030, se non oltre.

Parliamo di giustizia di prossimità: quella più vicina ai cittadini, alle imprese, ai piccoli contenziosi che però spesso fanno la differenza nella vita concreta delle persone e nelle economie locali. Ma questa giustizia si è fatta lontanissima, e il prezzo lo pagano soprattutto le aziende. Perché un decreto ingiuntivo non è una formalità: è uno strumento per recuperare somme dovute per lavori svolti, forniture consegnate, contratti rispettati. Se i pagamenti arrivano dopo sei anni – o non arrivano affatto – si rischia di chiudere bottega.

Lo avevano denunciato a febbraio magistrati e avvocati, uniti per lanciare l’allarme. Il ministro Nordio, informato della situazione da tempo, ha tuttavia espresso parere contrario a un ampliamento delle competenze del Giudice di Pace: troppi i rischi per il raggiungimento degli obiettivi del PNRR, con la possibilità concreta di dover restituire fondi europei.

Eppure, anche qui, è di milioni che si parla. Milioni che non entrano nelle casse delle imprese. Milioni che restano bloccati dietro a faldoni, fascicoli e rinvii. Mentre la giustizia si inceppa, fuori dai tribunali qualcuno smette di produrre, di assumere, di credere che i diritti possano essere davvero tutelati nei tempi giusti.Strumenti