Giudice di pace, saltano le udienze. Cento varesini beffati e infuriati

Dalle multe alle liti di vicinato, l’ufficio è un punto di riferimento per molti cittadini. Caos per il ritardo di un giudice, seguito da un malore. Gli avvocati: «Serve una svolta»

VARESE – Giudice di pace nel caos: saltano 53 udienze. La rivolta degli avvocati e quella dei cittadini. «Perché 53 udienze rinviate – spiegavano molto animatamente ieri mattina i testimoni e le parti in causa presentatesi puntuali nella sede di viale Milano – significano più di un centinaio di persone, avvocati esclusi, lasciate ad attendere nella bolgia che si crea nei corridoi di una

struttura caotica». L’ufficio del giudice di pace, del resto, è il vero catalizzatore dei così detti utenti “comuni” della giustizia. Da quegli uffici non passano omicidi, stupri, rapine efferate, casi di stalking, ma questioni “normali” entro le quali chiunque può incappare. Ieri mattina, ad esempio, un terzo delle udienze rinviate vertevano su ricorsi presentati da cittadini convinti di essere stati multati ingiustamente.

Altre, invece, vertevano su questioni relative a rapporti di cattivo vicinato. Diritti di passaggio, ad esempio, magari finiti con delle ingiurie reciproche e relative denunce.
«È certamente un ufficio delicato – spiega , presidente della Camera Penale di Varese– Il luogo dove il 90% dei cittadini che ha a che fare con il sistema giustizia si ritrova per portare le proprie ragioni».
Ieri mattina è accaduto questo: il giudice onorario che avrebbe presieduto l’udienza è arrivata in ritardo di oltre un’ora a causa dello sciopero dei mezzi che l’ha imbottigliata nel traffico.
«Lo sciopero dei mezzi ha certamente toccato anche avvocati e testimoni che pure erano presenti all’orario convenuto», hanno replicato i legali. Una volta sul posto il giudice onorario ha accusato un malessere, non stava bene, e ha annunciato quindi il rinvio delle udienze. E gli avvocati, quantomeno molti degli avvocati presenti, hanno dato vita a una protesta molto forte: hanno firmato e se ne sono andati, dando la misura dell’esasperazione che ormai cova da mesi.
L’accaduto è stato segnalato da Esposito al presidente della sezione penale del tribunale di Varese. Al termine di una giornata molto difficile è stato fissato per il 7 gennaio un incontro tra la coordinatrice dell’ufficio,, e gli avvocati in modo da affrontare la situazione. Una disponibilità che ha soddisfatto i legali «ma dovranno arrivare soluzioni concrete».
Sul piatto, inoltre, resta aperta anche la questione sede degli uffici del giudice di pace. La Camera Penale, infatti, aveva sottolineato l’insicurezza registrata in seno alla struttura.

Dotata di metal detector all’ingresso principale, ma in realtà, soprattutto durante il periodo estivo, accessibile a qualche malintenzionato dalla porta sul retro lasciata aperta per ragioni di temperatura.
La sede delle udienze, in realtà da un anno avrebbe dovuto essere spostata all’interno del palazzo di giustizia di piazza Cacciatori delle Alpi.
Trasloco non ancora avvenuto nonostante lo stesso, presidente della Corte d’Appello di Milano, abbia già sottolineato la validità delle osservazioni dei penalisti varesini. Per gli avvocati al giudice di pace di Varese «serve una completa riorganizzazione».
Per i cittadini, ieri esasperati, «servirebbe un miracolo. Fissare quasi 60 processi in un giorno non serve. Ne fissino 15 con la certezza di celebrarli. Non è fissando un numero di udienze mostruoso che si accorceranno i nostri tempi di attesa».