VARESE Non è andato tutto liscio per lo spettacolo “Il resto è silenzio”, in scena giovedì sera al Cinema Teatro Nuovo per ricordare il ventesimo anniversario dalla morte di Falcone e Borsellino.Nonostante la buona affluenza di pubblico, lo spettacolo è stato pesantemente contestato da alcuni ormai ex alunni della scuola di teatro legata proprio alla struttura di viale dei Mille. La contestazione ha ottenuto l’effetto voluto, tanto che perfino il presidente varesino del fondo Danilo Dolci per la legalità e la non violenza, l’avvocato Luigi Campiotti, ha abbandonato la sala insieme alla moglie, in disaccordo con la regista dello spettacolo, Serena Nardi di Giornidispari Teatro. L’origine di tutto, come raccontano gli alunni “ribelli”, è stato un semplice disaccordo su come mettere a punto una scena dello spettacolo. «In particolare, mi è capitato di dire di non essere d’accordo su una scena – racconta Annamaria Carnevale, giovedì sera all’ingresso del teatro insieme agli altri – ho chiesto un
confronto alla nostra insegnante, Serena Nardi, per discutere normalmente e confrontare le idee. Da qui è iniziato di tutto». Stando ai racconti dei ragazzi, infatti, i toni della discussione si sono subito accesi, e la conclusione è stata la cacciata, a diciassette giorni dalla “prima”, di una parte consistente della compagnia, sostituita in fretta e furia.«Questo spettacolo era il nostro saggio di fine anno – si legge nel volantino distribuito all’ingresso dai ragazzi – nostro è stato il lavoro di ricerca, la stesura dei testi, le modifiche e il taglio interpretativo. Ci abbiamo lavorato per sei mesi e lo abbiamo provato fino al 14/05 scorso. Ciò nonostante, per una decisione arbitraria e unilaterale, ieri sera ci è stato impedito di essere legittimamente sul palco a rappresentare il nostro spettacolo, senza che ci sia stata data alcuna spiegazione». La regista Serena Nardi, interpellata in sala direttamente da alcuni spettatori, sulle ragioni della contestazione, ha liquidato la questione minimizzando.
s.bartolini
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