Sul primo gol è sorpreso; sul secondo ci piazza un mezzo miracolo, ma capitola; poco dopo rischia di lasciare il 3-0 deviando morbido un tiro su cui far meglio; poi sbaglia pure diversi rinvii. Nella ripresa però, sui palloni che contano, ci mette i guantoni: riparta da qui. Con grinta.
In fase difensiva fa acqua un’altra volta. Il ritorno di Ghidoni, imminente e urgente, potrebbe spostarlo in ruoli a lui più congeniali: dove potrebbe ricominciare a dare la grande mano offerta fin qui.
Il lancio che Repossi trasforma in gol parte da lui. Dietro però si traballa ancora: l’intesa con i compagni è tutta da trovare.
Il suo lo fa, al solito. Ma il reparto che dirige deve crescere, in attenzione e solidità.
Meriterebbe di più se non si facesse fregare sul cross dell’1-0. Ma da lì, invece che crollare, alza il volume e l’intensità della sua radio: difende pulito, attacca senza timore, lavora con continuità.
Troppo timido (
Non dà l’idea di poter spostare gli equilibri).
Non ci accontentiamo: Mago, esci dal cilindro e facci vedere chi crediamo tu sia.
Non tradisce: mai (
Entra in un ruolo non suo: ma combatte).
Paga il primo tempo di basso spessore di tutta la squadra: cerca di fare qualcosa, non demerita, ma nemmeno incide. Se si crede in lui è giusto dargli un’altra possibilità; se crede in se stesso, è giusto che cerchi di ottenerla (
Il Rinaldo, a fine partita, urla il suo nome e lo invoca: «Repossi è un fenomeno! Un fenomeno!». Quando gioca per la causa comune e non solo la sua, sì: è un fenomeno. Imprendibile. Devastante. Vincente).
In mezzo a fare la boa c’è Molinari, così lui può andare dove vuole a battersi e sbattersi: pressing, recupero palloni, battaglia, rottura di scatole continua. Se poi trova anche il tempo per una palla che diventa assist e un gol dal dischetto…
No: non è ancora in forma. No, no: non si sbatterà mai come Longobardi. Sì: quando calcia fa paura. Sì, sì: dagliene una, la sbatte dentro. Sì, sì, sì: l’1-2 è pura goduria. Ed è il più importante dei 3 gol.
Detesta perdere, non ha paura di cambiare, ha la rabbia per vincere. E l’esperienza per proseguire.