Goletta Legambiente sul Verbano Quattro punti molto inquinati

In ben 32 punti divisi tra le coste dei laghi di Iseo, Como, Maggiore, Ceresio e Garda è meglio evitare di immergersi. Questo il responso del monitoraggio effettuato dagli ambientalisti nelle acque dei laghi lombardi dove l’allerta inquinamento e il conseguente bollino rosso è scattato per 25 campioni risultati fortemente inquinati e per i 7 “solamente” inquinati nei bacini analizzati.

Maglia nera per l’inquinamento anche quest’anno al lago di Como, per l’irrisolto deficit di depurazione, che si conferma il bacino lacustre con più criticità. Sul Maggiore è la sponda lombarda a destare preoccupazione. Questi gli esiti finali del passaggio di Goletta dei Laghi – Cigno Azzurro durante la permanenza in Lombardia, che ha visto i tecnici di Legambiente impegnati per ben tre settimane nella campagna nazionale d’informazione scientifica sullo stato di salute dei bacini lacustri, realizzata con il contributo del COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati).

E ancora una volta, sono prevalentemente i torrenti e i fiumi che portano il maggior carico di acque reflue non depurate dai comuni dell’entroterra, ad appesantire una situazione non certo facile per i bacini lombardi. Nessun segnale di miglioramento nonostante dal 2010 i parametri della normativa di riferimento risultino più permissivi grazie all’entrata in vigore delle nuove disposizioni sulla balneazione, il D.Lgs 116/2008 e quello del 30 marzo 2010.

“Si riconferma il dato del preoccupante deficit di depurazione dei comuni dell’entroterra che rischia di compromettere gli sforzi, seppur ancora insoddisfacenti, che i comuni costieri stanno faticosamente mettendo in campo. – commenta Barbara Meggetto, direttrice di Legambiente -. Per l’ennesima volta, i monitoraggi hanno rilevato un forte inquinamento alle foci dei grandi fiumi come l’Oglio e l’Adda ma, non da meno, sono risultati molti torrenti e piccoli corsi d’acqua che, accumunati da uno stesso destino, scaricano a valle grandi cariche di batteri. Ad aggravare questa situazione la pressione esercitata dal turismo con stagioni che si allungano sempre di più e lo sfruttamento urbanistico del territorio che aggiunge un pesante carico antropico faticoso da sopportare anche per i grandi laghi. Abbiamo una scadenza importante a cui guardare: il 2015 con l’avvio dell’Expo e il rispetto della Direttiva Europea 2000/60 legata al raggiungimento dello stato ecologico buono dei corsi d’acqua. Le mezze misure non bastano più – prosegue Meggetto – o ci si attiva in modo coordinato tra enti ed istituzioni per il superamento del deficit di depurazione o si rischia che quegli stessi fondi vengano sperperati pagando le multe che l’Unione Europea potrebbe chiederci per le mancanze del nostro sistema infrastrutturale. Un’ipotesi davvero imbarazzante per una regione all’avanguardia su molti fronti”.

Sulla sponda varesina del lago Maggiore risultano fortemente inquinati 4 punti (Ispra, Brebbia, Laveno e Angera). Il prelievo a Laveno è stato effettuato alla foce del Torrente Boesio. A Ispra alla foce dell’Acqua Negra. A Brebbia alla foce del Bardello e ad Angera all’Oasi della Bruschera. Un punto inquinato è stato trovato inoltre alla foce del torrente Monvallina a Monvalle. Fortemente inquinati, sul Ceresio, due punti in provincia di Varese: Porto Ceresio (torrente Rio Bolletta) e Lavena Ponte tresa (scarico lungolago viale Ungheria).

“Le nostre analisi fotografano un territorio che continua ad accusare un grave deficit di opere per il collettamento e il trattamento delle acque di scarico – conclude Damiano Di Simine, presidente regionale di Legambiente – fognature e depuratori restano la più grande emergenza infrastrutturale lombarda, una carenza che, nel caso dei grandi laghi, al danno ambientale e al rischio sanitario aggiunge anche un ingiustificabile deprezzamento di un enorme patrimonio turistico. Il ritardo nell’attivazione degli investimenti per il risanamento idrico è diventato inaccettabile, anche alla luce delle forti sanzioni che potrebbero scattare presto per la violazione delle direttive europee”.

e.marletta

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